Le tecnologie della comunicazione favoriscono nuovi modelli di socializzazione, consentendo a gente di diverse nazioni di entrare in contatto, e poter scambiare opinioni, pensieri, esperienze. Il Web 2.0 é stata l'opportunità di discontinuità, l'occasione per milioni di internauti di uscire dalle pagine private dei loro siti per comunicare i loro "diari privati".
E' stata una nuova fase della storia di internet, e gli effetti si sono propagati anche nel mondo del marketing aziendale.
Fino ai primi anni 2000, per conoscere le idee dei consumatori, le società si affidavano alle opinion survey, spesso commissionate a realtà specializzate nello studiare le tendenze della gente.
Nel contesto attuale le società potrebbero anche monitorare la rete, ricorrendo a sistemi già disponibili: individuando i siti ad esempio delle associazioni dei consumatori, si possono registrare i sentimenti delle persone in risposta a fatti di cronaca o particolari circostanze, e comparare con altre idee estrapolate su numerosi blog.
Dal confronto, la cui validità sarà sostenibile se si esaminano numerosi siti e blog, si possono acquisire numerose informazioni: corrisponde quasi ad un monitoring, e può essere finalizzato ad un'analisi precedente o successiva al lancio di un prodotto.
Se si parte dall'assunto che ormai i clienti sono, generalmente, più informati, e più decisi a ricorrere al web per eseguire ricerche di particolare approfondimento, a cominciare dalla raccolta delle testimonianze dei consumatori su un preciso prodotto, si può comprendere come il marketing relazionale debba mutare: l'adattamento nasce dall'esigenza di nuove forme di contatto impresa-cliente.
Da un lato abbiamo il mondo di internet, dall'altro le imprese ed i consumatori, che proprio sulla rete si "incontrano": facendo un uso speculativo del Web 2.o, le aziende potranno aumentare la loro conoscenza sulla gente, esaminando le idee tanto dei loro clienti quanto delle persone che sono informate sulla loro offerta.
E' curioso ricordare alcune previsioni sull'utilizzo del web per scopi commerciali, o semplicemente relazionali: a metà degli anni '90, quando la rete non aveva certamente un'importanza nei mercati Business to Consumer, alcuni guru sentenziavano che sarebbe stato difficile attrarre l'attenzione dei consumatori. Qualcuno si spingeva oltre, sostenendo che sarebbe stato impossibile far passare il web come un ambiente attendibile, sicuro.
Le imprese hanno capito, chi prima, chi dopo, il valore della rete internet: se gli investimenti in pubblicità stanno raggiungendo quote inimmaginabili, a conferma dell'importanza del canale web, anche gli uffici marketing hanno cominciato a studiare il comportamento dei navigatori.
I loro contributi consentono di sviluppare nuova conoscenza, fondamentale contributo per qualsiasi studio di mercato.
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