Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Wednesday, December 31, 2008

Libro > "Intelligenza Competitiva"

In libreria si può trovare un manuale sulla competitive intelligence, ovvero sull'intelligenza competitiva, a cura di Riccardo Riccardi e Leonel César Rodrigues. Si tratta di un libro che presenta il processo generale della C.I., motivando le ragioni che dovrebbero spingere le organizzazioni alla sua adozione sistemica. L'ho trovato semplice, immediato, un testo certamente utile per chiunque voglia confrontarsi con le "nuove" tecniche di analisi ed interpretazione dei fenomeni competitivi.

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Monday, December 29, 2008

La Competitive Intelligence sarà sempre più integrata nei processi aziendali di Marketing

Segnalo un evento che avrà luogo ad inizio gennaio '09 negli USA (San Francisco), per sottolineare come, all'estero, la funzione di competitive intelligence risulti praticamente intrinseca al marketing analitico e strategico, tanto da esserne uno strumento rilevante per poter comprendere gli ambienti esterni ad un'impresa e poter prevedere alcuni fenomeni competitivi. Si tratta di un workshop AMA focalizzato sui servizi di C.I. per irrobustire la market intelligence ed il benchmarking, allo scopo di illustrare ai partecipanti quanto sia di valore l'intelligenza competitiva per poter ipotizzare gli scenari e per poter formulare delle previsioni strategiche. Nel workshop il marketing sarà discusso come "A Consultancy to the Company", come quell'indispensabile agente informativo capace di fornire analisi di scenario e rapporti sulla concorrenza, ma anche utile per il board quando si debbono disegnare delle traiettorie strategiche e si deve costruire il futuro di una società.

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La caducità dell'Italia è dimostrata, anzi amplificata, dalle polemiche su un concerto di musica: quando il Paese si ribella al necessario cambiamento

L'Italia è il Paese con la maggior presenza di opere d'arte, e giustamente spesso viene definito come un enorme museo a cielo aperto. Ma nonostante questo immenso patrimonio, vive una profonda crisi e vede la propria industria culturale e turistica scendere nelle classifiche internazionali di attrattività e competitività.

L'arte è senza alcun dubbio uno degli 'asset' del Paese, insieme alla letteratura, al cinema ed alla musica. Peccato che non siano attuali in Italia quelle dinamiche che "scuotono" i Paesi e coinvolgendo il mondo della cultura si impegnano a migliorarsi ed a migliorare la propria Immagine.

In Italia, l'arte vive più sul proprio passato (la storia), piuttosto che sulla determinazione della propria evoluzione come necessaria forma di rinnovamento. Il Paese celebra più gli esponenti famosi, i Grandi Artisti della pittura, della scultura, della letteratura, della musica, e meno si mostra attento a comprendere e sostenere i Giovani Artisti, quel futuro che spesso manca, e che viene sempre più spesso rimpianto più come nenia che come triste constatazione della caducità dell'Italia.

E si sollevano critiche e "lamentele" persino quando, nel Paese soporoso, si realizzano importanti eventi destinati ad ospitare e promuovere giovani esponenti, possibili protagonisti di quel cambiamento tanto annunciato quanto, realmente, osteggiato.

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In Italia anche la cosiddetta industria del calcio mostra segnali contrastanti: in Uk si "celebra" il Boxing Day, qui il calcio cade in letargo

In Italia il gioco del calcio attrae milioni di persone, come consumatori suddivisi in spettatori dei programmi televisivi, spettatori che acquistano (con una certa difficoltà) i biglietti per poter accedere agli stadi (quasi tutti obsoleti, poco accoglienti e talvolta poco "calorosi"), e tifosi.

Si legge spesso dell'industria del calcio, e questa espressione potrebbe far pensare ad un sistema di business ben regolato, dove la pianificazione e la cura del dettaglio giocano come fattori fondamentali per la buona riuscita dello spettacolo, spesso più televisivo (pre e post match) che sportivo (il match, appunto!).

Leggendo un interessante articolo pubblicato oggi sul quotidiano La Repubblica, si comprende quanto sia lontana dalla modernità l'industria italiana del calcio: nel Regno Unito, in particolare in Inghilterra (considerata la "patria" del gioco del calcio), lo spettacolo non si ferma durante il periodo delle feste di fine anno, proprio per accogliere un numero maggiore di spettatori che possono godere delle giornate libere per trascorrere qualche ora in uno stadio, o semplicemente davanti ad uno schermo televisivo. Lì il concetto di spettacolo è praticamente amalgamato al termine show, e l'obiettivo di attrarre una maggiore audience rispettato, anzi raggiunto proprio dal fattore festivo.

Leggendo l'articolo e visionando alcune ricerche sull'organizzazione delle società, e sulle differenze tra i volumi di affari delle due competizioni nazionali più prestigiose, si intuisce come il sistema di business italiano manifesti una arretratezza, probabilmente, alla base della crisi delle sponsorizzazioni, e come siano in Italia poco ascoltati i clienti, probabilmente desiderosi di seguire alcune partite in giornate in cui i cinema, i teatri e persino i tendoni del circo registrano affluenze particolarmente interessanti.

Non ci vuole certo un genio del marketing per comprendere il valore del periodo e come potrebbe produrre una maggiore ricchezza per l'industria del pallone, se solo venisse opportunamente sfruttato dalle società e dalle leghe.

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Friday, December 26, 2008

Il sovraffollamento delle soluzioni di business intelligence complica la "governance" delle informazioni ?

Le organizzazioni "combattono" con i database e le numerose informazioni che sono conservate nei sistemi elettronici, e spesso i fornitori di soluzioni IT propongono sistemi "miracolistici" per consentire la protezione dei dati e la loro diffusione "parcellizzata", a seconda del cosiddetto profilo degli utenti. In realtà la conoscenza tacita batte sempre quella esplicita, e perdurano le informazioni destrutturate rispetto a quelle ben definite e conservate con una certa "governance". Alla moltitudine di dati e di conoscenza digitalizzata, si sono aggiunte le soluzioni di accesso ed elaborazione dell'informazione di business, ma secondo una ricerca Forrester la proliferazione dei client di business intelligence non sempre semplifica il quadro, anzi può generare un aumento della complessità.

Per approfondire si può consultare la pagina web pubblicata sul sito PMI.it, dove è possibile leggere a riguardo un breve articolo di Tullio Matteo Fanti (23.12.2008).

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