Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Wednesday, January 30, 2008

Forrester annuncia la crescita dei sistemi IT per l'automazione dei processi di marketing

La domanda di soluzioni informatiche per il marketing continua a crescere: secondo Forrester Research le piattaforme "enterprise marketing" potranno crescere di circa il 20% nei prossimi cinque anni. Infatti da un recente comunicato Forrester, che commentava l'aggiornamento del mercato delle soluzioni specialistiche per il marketing, l'80% circa dei marketer ritiene che una suite applicativa che sia capace di supportare l'intera organizzazione aziendale (data mining, analisi online, studio della clientela, gestione delle operation di marketing, integrazione dei flussi informativi per l'alimentazione dei sistemi CRM, automazione delle relazioni con i clienti mediante i canali digitali ed il coordinamento dei processi di comunicazione diretta), possa fare realmente la differenza, dando all'impresa notevoli vantaggi rispetto ai propri concorrenti.

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Sunday, January 20, 2008

La programmazione di marketing e l'uso delle nuove tecnologie ICT nel turismo


Slideshow breve disponibile sul web, focalizzato sulle possibili innovazioni nel settore del turismo attraverso l'uso delle tecniche di marketing intelligence (customer insight) e delle nuove tecnologie ICT.
Pagina web consultabile:

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Thursday, January 17, 2008

7° Congresso Internazionale sui trend nel marketing

Si terrà a Venezia la nuova edizione del congresso internazionale sul marketing. Nei tre giorni di lavori saranno affrontate numerose questioni, come la gestione e la valorizzazione del brand, le strategie di comunicazione pubblicitaria e gli obiettivi perseguibili con i nuovi strumenti di advertising, l'uso delle tecnologie nei processi di marketing analitico (ad esempio i progetti di knowledge management ed i sistemi CRM, per capire gli impatti del KM sulle organizzazioni aziendali, e per approfondire le tecniche di data mining).

In seguito approfondirò l'intervento del prof. Michel Calciu, dell'università di Lilla, di cui ho apprezzato, molto, le pubblicazioni sull'applicazione delle tecniche di marketing quantitativo in internet. In questa edizione interverrà per presentare la sua ultima ricerca, "evaluating the impact of decision support on decision markers' performance in marketing - experiments and development of experimental frameworks on the semantic web".

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Wednesday, January 16, 2008

Il potere del marketing virale: interessante articolo sul "customer empowerment" e sul "word-of-mouth" (su 'La Repubblica.it')


Il giornalista Gabriele Di Matteo ha scritto un articolo sul customer empowerment, sul "potere dei consumatori". L'articolo é presente sul sito repubblica.it. Anticipo un passaggio: "il passaparola è la nuova moda della pubblicità, ispirata dalla crescita esponenziale dei social network e dei forum in cui corrono consigli e commenti su milioni di prodotti. Una formula che si diffonde anche perché le ricerche dipingono un consumatore sempre più scettico, rispetto alla pubblicità tradizionale".

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Le previsioni Gartner sul mercato CRM e sul paradigma SaaS - Software as a Service

Per completare la nota pubblicata ieri sul settore dei Customer Relationship Management, riporto la previsione di Gartner sul mercato mondiale delle soluzioni software CRM. Secondo Sharon Mertz, responsabile delle ricerche presso Gartner, "as enterprises continue to invest in front-office applications, worldwide customer relationship management (CRM) software revenue is forecast to exceed $7.4 billion 2007, up 14 percent from $6.5 billion in 2006". L'elemento di maggior novità dovrebbe essere il successo, progressivo da oggi al 2011, del modello SaaS (Software as a Service), ovvero il paradigma che potrebbe far cambiare il ruolo delle società software, da produttori di piattaforme applicative in produttori di servizi e gli utenti da "esperti" applicativi in consumatori di web services.

"Gartner defines SaaS as software that is owned, delivered and managed remotely by one or more providers. Gartner’s forecast is focused on enterprise application software and does not include the infrastructure software markets, such as application development and project and portfolio management (PPM); data management and integration; and IT operations software. Enterprise application software markets included in the forecast are content, communication and collaboration; CRM, digital content creation and office suites; enterprise resource planning (ERP); and supply chain management (SCM)".

Per approfondimenti:
> SaaS - intervento di Lauren Gibbons Paul (sul sito Microsoft for Business)
> Gartner - notizia su 01Net

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Tuesday, January 15, 2008

Evento > CRM Summit 2008


Gartner ha organizzato la nuova edizione del summit dedicato al Customer Relationship Management, a Londra nel prossimo mese di marzo. Anche questa edizione, come la precedente, vorrà esaminare gli aspetti business e tecnologici che qualificano i progetti CRM, in particolare quelli condotti nelle imprese più attente alla trasformazione dei canali con la clientela.

Gartner nel passato si é occupata di studiare il mercato delle applicazioni CRM, valutando quali fossero le funzioni di maggior importanza e quelle destinate ad una trasformazione, come ad esempio i servizi di analisi dei dati della clientela e di integrazione delle informazioni provenienti dai diversi canali. Le analisi di settore e le previsioni sono sempre state ricche di particolari, Gartner inoltre da anni non si limita ad osservare il progresso delle soluzioni CRM, ma a guidare con le proprie ricerche le imprese al miglior utilizzo delle tecnologie customer-centric.

Leggendo alcuni documenti discussi nel corso del summit 2007, emergeva il tema dell'adeguamento dei progetti CRM ai nuovi profili di clienti "web 2.0", cioè ai clienti più "attivi", in grado di influenzare le persone in rete. Gartner aveva esaminato il successo di alcune applicazioni della tecnologia web 2.0, come i blog, i wiki, le comunità di social networking, e nel corso dei lavori erano stati avvertiti i marketer dal considerare lo studio della clientela in funzione dell'età e dell'istruzione. Infatti potrebbero sfuggire agli specialisti di marketing alcune delle nuove caratteristiche dei consumatori più giovani, paradossalmente quelli più in grado di interagire con le aziende e con le comunità esistenti nel web. I CRM si dovrebbero "aprire" verso questi nuovi ambienti di connessione, quasi tendere a privilegiarli poichè crescono le persone che nel web si registrano a piattaforme leader nel social networking come Facebook e mySpace (sono consultabili gli ultimi dati della società Nielsen/NetRatings).

Ma secondo gli analisti di Gartner le difficoltà esisterebbero anche a livello di skillset tecnologici, in quanto alcuni progetti CRM sono destinati a durare più di 3 anni, andando incontro a rischi di employee turnaround. Infatti alcune previsioni annunciano, già dalla metà del 2007, che circa il 25% dei progetti CRM rischia di accumulare ritardi a causa dello skill shortage.

Probabilmente il Summit permetterà ai partecipanti di conoscere quali possono essere gli obiettivi più realistici dei CRM, ad oggi: nel passato, come si può vedere dalla grafica sopra riportata, le soluzioni CRM non sempre hanno trovato il successo auspicato, tradendo una buona parte delle (troppe) aspettative delle imprese. I CRM non sono soluzioni tecnologiche, non possono essere confusi come sistemi in grado di aiutare il marketing in modo automatico, non sono certo equiparabili al software di office automation, e neppure dovrebbero essere confusi come datastore specialistici! Sono il risultato di progetti di knowledge management, dove la conoscenza del cliente si deve fondere con la visione dell'impresa, per poter organizzare al meglio i canali di contatto ed esaltare la relazione commerciale. Anche per questa ragione, da un punto di vista IT, il CRM é destinato ad avvicinarsi ai sistemi di gestione dei contenuti (CMS - Content Management System): probabilmente la tanto desiderata "conoscenza unica del cliente" può divenire una realtà, se le numerose notizie su ogni cliente possono essere tra di loro integrate.

Una curiosità: aumentano i blog, ma aumentano anche quelli "abbandonati". In rete il blog Gartner sul CRM non é aggiornato dal 24 agosto 2006!

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Monday, January 14, 2008

Evento > SAS Visual BI (29 gennaio a Milano, 31 gennaio a Roma)

La società SAS, leader mondiale nelle soluzioni di business intelligence, organizza due eventi per presentare la soluzione Visual BI, che permette all’utente aziendale di avere una vista dinamica del proprio business e di esplorare in maniera visuale e interattiva dati e informazioni. La soluzione analizza graficamente pattern e correlazioni tra i dati per individuare informazioni altrimenti invisibili.

Per poter avere una breve introduzione alla soluzione, si può consultare la pagina web pubblicata sul sito italiano SAS.

Per avere informazioni sugli eventi:
saseventi@ita.sas.com

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Sunday, January 13, 2008

Come andare oltre i "soliti" luoghi comuni sul marketing

Frequentemente la società confonde la propria trasformazione, non riuscendo sempre a comprendere il cambiamento generale che la riguarda, o facendo fatica a prevederne per tempo gli sviluppi naturali dettati da fattori sempre più importanti come il progresso tecnologico e la maggior disponibilità di informazioni e di conoscenza specialistica. Quanto avviene, giorno per giorno, spesso é trattato dai mass media in modo generico, senza quel necessario occhio critico: può succedere che alcuni organi di informazione divulghino notizie poco commentate, può accadere che taluni fatti siano amplificati e posti in evidenza senza che vi sia una ragione forte, comunque tale da giustificare il clamore che inevitabilmente spesso consegue.

Il marketing é una vittima della cattiva informazione, o di un'informazione distratta, non sempre attenta a valutare i diversi fatti ed a vederli nella loro precisa interrelazione. Spesso sono gli organi di informazione a demonizzare il marketing, attribuendogli responsabilità (negative), e spiegando all'opinione pubblica che certi comportamenti verso i consumatori o certe campagne pubblicitarie/commerciali sono ordite da "uomini cattivi", gli "specialisti di marketing".

Questa rappresentazione del professionista di marketing come di un esperto "stipendiato" dalle imprese quasi per far danno ai consumatori é ormai divenuto un pericoloso luogo comune che rischia di produrre una cattiva immagine di una scienza che all'estero é considerata per quello che é: al servizio delle imprese per poter comprendere le dinamiche dei mercati, per poter studiare le esigenze ed i comportamenti dei consumatori, per poter progettare e guidare l'innovazione e avvicinare ciascuna azienda al raggiungimento dei propri obiettivi strategici, come la crescita in nuove aree geografiche o lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi.

Il marketing deve aiutare gli imprenditori ad investire, deve aiutare le imprese a sviluppare strategie e contestualmente deve servire, alle stesse imprese, per avvicinarsi meglio alla propria clientela di riferimento: un marketer deve partire dalla propria clientela, cercando di dialogare meglio con ogni contatto, per poter isolare possibili errori di relazione o correggere certi prodotti.

Ma la collaborazione tra marketer e cliente può portare al miglioramento se parte da una fiducia che avvicina le parti, quasi legandole: già questa semplice considerazione dovrebbe far pensare al marketing come di una funzione aziendale deputata "alla custodia del cliente".

I luoghi comuni sono difficili da superare: anche oggi, nella lunga sequela di luoghi comuni, ho ascoltato al Tg1 l'ennesimo pensiero semplice sul marketing. Il giornalista Riccardo Chiaberge ha parlato di "turbo marketing" nel settore editoriale, spiegando in poche battute la particolarità di questo settore nel cercare di posizionare sempre più velocemente prodotti (libri) nel mercato, quasi confondendo i clienti. Non so se questa velocità nel raggiungere gli scaffali possa veramente disorientare i lettori, magari farei altre considerazioni sui processi di distribuzione dei prodotti dell'editoria, processi sempre più concentrati in poche realtà veramente presenti territorialmente in tutto (o quasi) il Paese. O parlerei del valore del libro oggi, che é diventato forse più un prodotto commerciale che un prodotto intellettuale.

Nel servizio al Tg1 si parlava però del turbo marketing nell'editoria, si parlava di come aiutare i consumatori nello scegliere i libri, quasi che tutti i consumatori siano cittadini sprovveduti, incapaci di poter scegliere cosa comprare, cosa leggere.

L'editoria produce numerosi libri, non sempre destinati al successo? da cosa dipende questa sovraproduzione che non sempre é accompagnata da successo? Al Tg1 la responsabilità ha un nome: il turbo marketing.

Peccato che il turbomarketing non sia una tecnica di posizionamento, quanto un aspetto proprio del marketing strategico, quindi una fase di processo che deve aiutare - esclusivamente - le imprese nel prendere le migliori decisioni. Peccato che i luoghi comuni sul marketing siano una conseguenza dello straparlare, peccato che i giornalisti contribuiscano a confondere l'idea ed il valore del marketing.

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Monday, January 07, 2008

Master in "Nautical Business Management"

Il settore nautico permette al Paese di presentare, in tutto il mondo, la capacità italiana di progettare e di realizzare imbarcazioni caratterizzate da un elevato livello di innovazione e da un design attraente, un pò in linea con la tradizione nazionale di creare con un raffinato senso estetico. Considerando l'aumento della produzione del settore, e l'importanza che questo può assumere a medio termine, era prevedibile un interessamento del mondo universitario per costituire un percorso di formazione professionale.

L'Università degli Studi di Urbino promuove il Master Universitario di Primo Livello in “Nautical Business Management”: questo master "si propone di formare professionalità per lo sviluppo di competenze, di alta qualificazione, idonee allo svolgimento di attività di pianificazione, di programmazione tecnica, di analisi del mercato, di gestione manageriale e di controllo strategico e di gestione,delle imprese che operano nel settore della nautica da diporto.Il Master si rivolge a giovani laureati, lavoratori dipendenti e professionisti occupati o in cerca di occupazione in possesso di titolo di laurea almeno triennale".

"La figura professionale in uscita del Master, denominata “Esperto in gestione strategica delle imprese e della rete dei servizi della nautica” sarà in grado di svolgere ruoli, funzioni o processi di tipo direzionale, che consentono di governare strategicamente il rapporto complessivo fra l’impresa nautica e il suo ambiente. In particolare, sarà capace di analizzare, pianificare e razionalizzare un processo di sviluppo aziendale, di programmare e controllare la produzione, di acquisire ed elaborare conoscenze sul mercato e sulla normativa della nautica, di sviluppare capacità comunicazionali, di predisporre preventivamente le risorse aziendali e di controllare il percorso strategico svolto, mediante l’utilizzo di modelli applicativi e di strumenti software".

Informazioni utili:
> il Master si svolgerà nel periodo febbraio 2008/febbraio 2009
> è possibile inviare domanda di ammissione al Master al seguente indirizzo: UFFICIO ALTA FORMAZIONE - Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” Via Saffi, 1 61029 URBINO (PU)

Contatti
Telefono: +39 0722-305309
Fax: +39 0722 305304
E-mail: altaformazione@uniurb.it

Attenzione: la domanda deve essere presentata entro il termine, perentorio, delle ore 13:00 del 12 gennaio 2008.

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Saturday, January 05, 2008

Il knowledge management nelle imprese deve essere un obiettivo strategico: le informazioni devono fornire nuova conoscenza, per elaborare le strategie

Nel 2008 sono in programma diversi meeting sulla gestione delle informazioni, e sul loro migliore utilizzo nelle organizzazioni aziendali, per poter condurre ricerche di mercato, benchmark competitivi, pianificazioni industriali, analisi strategiche.

La tecnologia informatica ha raggiunto nuovi, importanti, risultati, sia per la storicizzazione dei dati (sempre più numerosi, con una quantità che impatta sui sistemi di storage), sia per la consultazione dei dati (in quanto un fattore di notevole complessità é proprio rappresentato dalla difficile interrelazione dei diversi datastore, e dalla necessità di gestire anche una sincronia dei feed che possono alimentare gli archivi, in modalità 'real time' e 'near real time').

Ma, nonostante la scienza informatica abbia compiuto progressi veramente interessanti, il governo delle informazioni rimane un serio problema: un sondaggio online promosso su CRM Today - http://www.crm2day.com/ (Contact Solutions Ltd), per conoscere l'opinione della comunità internet sulle principali difficoltà che limitano gli utenti nelle attività di ricerca delle notizie e delle informazioni (what inhibits the succesful use of consumer data?), ha visto l'affermazione delle seguenti ipotesi:

- gli utenti non sempre trovano le informazioni nel momento esatto del bisogno (getting data to users when they need it),
- nelle organizzazioni, al crescere delle dimensioni dei datastore, non segue un mantenimento adeguato dei livelli di qualità dei dati: questa situazione indubbiamente produce un degrado di attendibilità nei sistemi di consultazione, compromettendo le elaborazioni e le conseguenti conclusioni (maintaining data quality),
- gli utenti talvolta possono avere difficoltà nell'accedere, in tempo reale, alle informazioni di cui hanno un bisogno pressochè immediato (having real-time access to it),
- alcuni vincoli legali, e la maggiore richiesta di conformità (in particolare nelle banche, nelle istituzioni finanziarie, nelle compagnie assicurative), possono produrre un innalzamento, quasi inevitabile, della complessità: ad esempio a causa delle regole che stabiliscono la conservazione e la protezione dei dati (compliance issues).

Marco Varone si chiede quanto sia attuale, oggi, il knowledge management: la risposta proviene dal mercato, dall'aumento nella concorrenza, dalla crescente necessità di molte imprese di conquistare nuove quote di mercato (non solo attraverso tentativi di internazionalizzazione dell'offerta), dall'esigenza per alcuni leader di rivedere le proprie strategie di produzione. Se il knowledge management deve realmente agevolare le imprese nella consultazione dei dati disponibili, e nella costruzione di nuovi scenari e simulazioni con cui ipotizzare le azioni strategiche, o anche supportare le più immediate attività di analisi della concorrenza o di studio dei comportamenti della clientela, allora le varie funzioni aziendali (chiamate a guidare l'innovazione) dovranno essere messe in grado di lavorare bene, e dovranno esser informate continuamente in modo preciso e soprattutto attendibile.

Stefano Epifani così interveniva, in un'intervista rilasciata a Manlio Castronuovo su partner.it, in merito al knowledge management: "Un tempo era sufficiente fare knowledge management, ossia gestione della conoscenza, intendendo per conoscenza la somma e l'elaborazione delle informazioni e dei dati a disposizione dell'azienda. Oggi invece è sempre più importante non tanto gestire la conoscenza acquisita, ma favorire la creazione di nuova conoscenza, attraverso la comunicazione, lo scambio, l'integrazione delle competenze. In altri termini è fondamentale creare un contesto nel quale i propri professionisti riescano a comunicare al meglio e nel quale tali comunicazioni vengano in qualche modo organizzate così da conservarne il valore. Il termine net economy, in tal senso, non si riferisce soltanto alle reti telematiche, ma ai veri e propri "network" di cervelli che si devono costituire per essere competitivi sul mercato…".

Le imprese dovrebbero considerare, come realmente strategici, gli obiettivi del miglior governo delle informazioni e dello sviluppo di nuova conoscenza. Troppo spesso si parla nelle aziende di "conoscenza del cliente a 360 gradi", di "precisa conoscenza del mercato di riferimento", di "pieno controllo della concorrenza", di "certezze sull'immediato futuro": bisognerebbe verificare quali siano le fondamenta di tanta sicurezza, visto che molte imprese non misurano in modo attento i livelli di attendibilità e pertinenza delle informazioni a loro disposizione, su cui poggiano una gran parte delle loro "verità".

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Friday, January 04, 2008

Second Life come ambiente di marketing dove condurre ricerche ed indagini di mercato?

Negli ultimi giorni sembra diminuita l'attenzione su Second Life: mi sarei aspettato qualche servizio giornalistico, durante il periodo delle feste, su come trascorressero la notte del 31 dicembre gli abitanti di Second Life. Pensavo a qualche manifestazione particolare, ad esempio il concerto di musica classica, o l'evento di massa con pop sound: vedendo alcuni telegiornali, non ho avuto notizia di una comunità virtuale particolarmente presa dai festeggiamenti.

Non si fanno regali su Second Life? non esiste ancora il consumer credit? Eppure, quell'ambiente tanto pubblicizzato dai media, ma ancora poco vissuto dalle aziende e dai consumatori, attrae l'attenzione delle società di ricerca, tanto che si inizia a considerare Second Life come un luogo ideale nella rete per poter condurre sondaggi ed acquisire dati di mercato.

La società Market Truths (a real life market research company) é già operativa in Second Life!


Per approfondimenti:

http://www.socialresearchfoundation.org/
First Opinions Panel™ in Second Life

http://www.ibranz.com/blog/?p=47
Marketing Research on Second Life

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Thursday, January 03, 2008

La proprietà intellettuale nell'era di internet

Riprendo direttamente da Wikipedia, l'enciclopedia libera, la definizione di 'proprietà intellettuale': "con proprietà intellettuale si indica l'apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti dell'inventiva e dell'ingegno umani; sulla base di questi principi, la legge attribuisce a creatori e inventori un vero e proprio monopolio nello sfruttamento delle loro creazioni/invenzioni e pone nelle loro mani alcuni strumenti legali per tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati". Per proprietà intellettuale si intende, consultando sempre come fonte Wikipedia, un "sistema di tutela giuridica dei beni immateriali che hanno una sempre maggiore rilevanza economica: ci si riferisce cioè ai frutti dell'attività creativa/inventiva umana come ad esempio le opere artistiche e letterarie, le invenzioni industriali, il design, i marchi. Quindi, al concetto di proprietà intellettuale fanno capo le tre grandi aree del diritto d'autore, del diritto dei brevetti e del diritto dei marchi".

Al tempo di internet, con l'affermazione dell'informazione digitale, credo che sia sempre più difficile "proteggere i contenuti", ma altrettanto credo che sia importante rivedere cosa sia la proprietà intellettuale, in quali contesti sia giusto applicare una protezione dei diritti, in quali altri si possa addirittura pensare di superare il concetto di "idea esclusiva".

Non mi avventuro certamente in una ridefinizione, o in una serie di esempi per i quali sia giusto, o forse non più giusto, parlare di "proprietà intellettuale": mi limito a porre la questione, un tema particolarmente dibattuto negli ultimi anni, che a mio giudizio dovrebbe essere esaminato in modo più attento dalla comunità politica. L'auspicio é quello di vedere, presto, una rivisitazione del concetto di proprietà intellettuale, per poter individuare i contesti di applicazione, dividendo in precise categorie l'uso della tutela delle idee e delle ricerche: si potrebbe chiarire come salvaguardare e valorizzare il patrimonio immateriale delle organizzazioni, come le imprese, rispetto alla protezione dei pensieri e delle riflessioni degli uomini di cultura, ovvero gli uomini di intelletto.

La recente polemica in Francia sul tema della "politica di civilizzazione" mi ha portato ad analizzare, astrattamente, sul problema della proprietà intellettuale: in Italia molte imprese ne sono ignare, e con la globalizzazione e la concorrenza di Paesi extra Ue (BRIC), ritengo che la protezione delle idee sia destinata ad assumere un significato più importante, specialmente nel disciplinare meglio il diritto di autore, e la proprietà intellettuale delle imprese, un asset intangibile di indubbia importanza e strategico per la competitività internazionale.

Il tema si collega quindi ai brevetti, insieme alla registrazione ed alla protezione dei marchi commerciali (brand). In termini generali, più le imprese investono in ricerca, più possono conseguire risultati destinati ad aumentare la loro capacità competitiva, più sono chiamate a difendersi dai possibili attacchi dei concorrenti (furto delle innovazioni, contraffazione, "pirateria"). Un'impresa impegnata su scala internazionale dovrà sempre più gestire le proprie innovazioni in modo "proprietario", cercando quindi di garantirsi un'esclusività intellettuale. E probabilmente, a breve, assisteremo ad un notevole irrigidimento delle norme che disciplinano i brevetti.

Riguardo, infine, la polemica Morin-Sarkozy, per l'uso dell'idea di "politica di civilizzazione" nel messaggio di fine anno del Presidente francese, un minimo approfondimento mi porta a credere che le polemiche nel futuro non possano non aumentare: nel 1998 e 1999 José María Mendiluce parlava proprio di politica di civilizzazione, esprimendo la sua posizione a riguardo. Sembra, quindi, che qualcuno si sia espresso a proposito di 'civilizzazione' prima delle riflessioni di Morin: estremizzando, si potrebbe lecitamente credere, e sostenere, che Morin abbia a sua volta preso ispirazione da Mendiluce?

Tanto per promuovere la "provocazione", si potrebbe anche risalire il lungo corso del tempo, e considerare come pensiero precursore riguardo appunto la "politica di civilizzazione" quello di Andrew Jackson, o di Thomas Jefferson. O come altra possibile genesi, ancor prima il pensiero politico di George Washington....

La polemica su significato e significante, nell'età del meme digitale, sicuramente non potrà che intensificarsi.

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Wednesday, January 02, 2008

Tourism Innovation Day 2008


Il settore turistico dipende sempre più dall'innovazione tecnologica: il cambiamento maggiore che si é registrato negli ultimi anni é stato il canale internet come ambiente informativo (prima parte degli anni '90) e transattivo (dalla seconda metà degli anni '90, con il boom che si é avuto in modo significativo dai primi anni 2000. I Paesi che per primi hanno favorito l'adozione delle tecnologie nella realtà pubblica ed in quella privata, hanno ottenuto un indubbio vantaggio competitivo, raggiungendo interessanti livelli di innovazione. Il cambiamento infatti non dipende dalla semplice adozione delle tecnologie, o comunque non può limitarsi solamente ad implementazioni particolari: deve essere un processo pluriennale di change management a guidare l'innovazione, e deve unire nello sforzo attori pubblici e privati, per poter produrre risultati diffusi e soprattutto duraturi.

Siamo arrivati ad un punto in cui lo sviluppo dei prodotti e dei servizi turistici é sempre più collegato a strategie di marketing ed a programmi politici: a livello nazionale per poter sviluppare un senso ampio di credibilità e fiducia, ovviamente a livello locale/regionale per poter coordinare i piani di promozione, in maniera di poter soddisfare un numero interessante di stakeholder.

Ma lo sviluppo del turismo é, proprio come detto all'inizio dell'intervento, sempre più dipendente dalla tecnologia: l'uso appropriato delle nuove soluzioni mobile e digitali, in applicazioni ad esempio

> per la prenotazione ed il ticketing,
> per la promozione on line e la presentazione di mappe geografiche interattive,
> per la registrazione delle esperienze dei visitatori (customer experience, customer intelligence),
> per lo studio dei sistemi di offerta di territori/stati concorrenti (market research),
può determinare il successo di complesse strategie di marketing territoriale.

La manifestazione, giunta alla sua sesta edizione, é organizzata dal Tourism Innovation Group - TIG: si tratta di un gruppo di imprenditori, mossi dal comune interesse di potenziare il sistema di offerta turistica della Scozia, attraverso un percorso di cambiamento organizzativo e tecnologico.

Si terrà il 28 Febbraio 2008 a Hampden Park, Glasgow.

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Tuesday, January 01, 2008

Evento > TECHNOLOGY FOR MARKETING 2008

Nel mese di febbraio 2008 si terrà la nuova edizione del meeting TFM, Technology For Marketing: questa manifestazione prevederà anche alcuni seminari sull'advertising. L'edizione 2008 permetterà ai visitatori di assistere a circa 40 seminari informativi, gratuiti, distinti in 4 categorie generali: database di marketing e sistemi di marketing analitico, progetti CRM e studi sulla Customer experience, i canali digitali per dialogare con la clientela, l'advertising online.

Per informazioni:
http://www.t-f-m.co.uk/
12 e 13 febbraio 2008 -Earls Court 2, Londra
CMPi - http://www.cmpi.biz/

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