Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Saturday, March 31, 2007

...l'IPTV é utile? é innovativo? e se si, con quali vantaggi per il cittadino-consumatore?

Nel mondo della tecnologia e nella società della conoscenza crescono le comunità, ma in quello del business ci si concentra più sul singolo consumatore. L'offerta di servizi e prodotti digitali, ad esempio accessi a banche dati, corsi di e-learning, nuovi terminali Umts, laptop collegabili a reti wifi, cerca di incontrare chiaramente il target dei possibili clienti, talvolta stereotipabili con caratteristiche ormai "note": singolo, con un medio-alto livello culturale, appassionato di novità ICT, curioso, disposto a spendere per "provare" le novità tecnologiche, specie se legate a particolari servizi di telecomunicazione.

Il mass market viene intercettato dal marketing con servizi e prodotti meno innovativi, puntando su sconti e servizi accessori (quasi) gratuiti: la dimostrazione sono i telefonini in grado di ricevere contenuti televisivi, molto spesso a carattere sportivo o musicale per promuoverne la conoscenza e facilitarne il consumo.

A tutte queste tecnologie, cui si legano innovazioni d'uso ed prossime "mode comportamentali", si aggiungerà a breve la televisione sul protocollo internet. Anzi, si sarebbe dovuto aggiungere.

In realtà sembra che la quota parte di mercato sia più esigua: anche a causa di una mancanza di standard di riferimento.

Da SAT-ZONE
http://www.sat-zone.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4084&Itemid=64

"L’Open IPTV Forum cerca di tracciare uno standard unico per la IPTV entro la fine dell’anno"
T&T Inc., Ericsson, France Telecom, Panasonic, Philips, Samsung, Siemens Networks, Sony, e Telecom Italia cercano di individuare uno standard per fare IPTV.

Leggendo un articolo pubblicato su Yahoo, collegato ad una nota della ADN Kronos, sembrerebbe invece che nel prossimo futuro la televisione di internet sarà il miglior riferimento per il mass market e per soddisfare, anche, alcuni target di nicchia.

Da Yahoo.news
http://it.news.yahoo.com/27032007/201/iptv-televisione-zapping-tutta-banda.html
"L'internet-Tv che sta assumendo dimensioni e numeri sempre più importanti già adesso; secondo uno studio di e-Media Institute solo nell'Europa occidentale, alla fine dello scorso anno, si contavano oltre due milioni di abbonati ai servizi di IPTV, con un incremento del 90% rispetto all'anno precedente".

Tra un anno, circa, si potrà sapere se l'IPTV si affermerà nel mass-market, oppure se rimarrà una tecnologia nota, apprezzata e "consumata" da pochi, appassionati e/o acculturati.

Nell'IPTV Forum non sembrerebbe essere emersa una interpretazione unica e chiara di quanto potrà accadere: Stefania Sergi, nel blog da lei curato, a seguito della sua partecipazione ai lavori del forum riporta questa testimonianza:

Dal blog di Stefania Sergi
http://spiraledipensieri.blogspot.com/2007/03/ii-iptv-forum.html
"Gli interventi di chiusura della prima tavola rotonda di Quintarelli e Ficara Manganelli hanno puntualizzato alcuni aspetti fino a quel momento sapientemente ignorati o scansati. Il primo ha parlato dell'importanza dell'applicazione della regolamentazione - che c'è ma spesso non è rispettata - il secondo invece, ha fatto notare come, fino a quel momento, nessuno avesse parlato dello spettatore, che a suo avviso doveva essere al centro dell'attenzione dei diversi operatori".

In un periodo che si entusiasma per il Web 2.0, in un modo quasi sconsiderato (se non, addirittuta, poco motivato), potrebbe affermarsi un altro quesito/rebus/dilemma:

...l'IPTV é utile? é innovativo? e se si, con quali vantaggi per il cittadino-consumatore?

Oppure... si sta costruendo un'altra bolla, purtroppo speculativa, che non porta reale progresso?

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Friday, March 30, 2007

Forum IDC sull'innovazione digitale: l'IT per la valorizzazione del turismo


La società internazionale IDC, leader nella definizione e nella conduzione di ricerche di mercato e studi di settore, ha reso disponibile i risultati di uno studio intitolato "Scenari della domanda emergente di innovazione digitale nella filiera integrata turismo e beni culturali".

La ricerca é stata presentata da Elisabetta Comini, Senior Research Analyst, IDC Italy.


La documentazione é disponibile agli utenti registrati al Forum dell'Innovazione IDC.

E' particolarmente interessante per i contributi sull'utilizzo delle tecnologie dell'IT nei progetti di valorizzazione territoriale, per cercare di invertire la situazione di crisi del turismo nazionale, acuita da fattori già riscontrati dalla ricerca internazionale condotta dal WTO - l'Organizzazione mondiale del Turismo / World Tourism Organization:
  • minore competitività in termini di rapporto qualità/prezzo,
  • mancanza di personale specializzato,
  • problemi a livello di infrastrutture di collegamento,
  • mancanza di una politica di marketing del prodotto “Italia” verso l’esterno.

La ricerca IDC valuta la convenienza della tecnologia IT, applicata all'uso di documenti elettronici allo scopo di diffonderne i contenuti grazie alla piattaforma internet:"Internet consente all’utente di accedere ad una quantità e ad una tipologia di informazioni precedentemente inimmaginabile, ma tale ricchezza va strutturata per rispondere ad una domanda turistica che diventa sempre più complessa".

Sempre nella ricerca si esalta il ruolo della tecnologia per sostenere la convergenza tra l'industria del turismo e la gestione del sistema museale nazionale, proprio per sancire una collaborazione tra gli operatori turistici, i promotori dei distretti locali, i responsabili dei musei ed i rappresentanti del ministero dei beni culturali.

Per informazioni:

Forum IDC - innovazione digitale > http://www.innovation-forum.net

http://www.innovation-forum.net/files/5/workshop_turismo_cultura_digitale_marzo_2007/entry238.aspx

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Saturday, March 24, 2007

La sirena della tecnologia e l'inganno al Paese



Nel 2007 Internet sarebbe dovuto essere, ormai, noto a tutti. Il digital divide già superato.

Ci saremmo dovuti in una fase pressochè avanzata della società della conoscenza.

La Pubblica Amministrazione dovrebbe aver completato la propria modernizzazione, grazie anche alla tecnologia: la rete dovrebbe esser divenuta la parte importante dell'integrazione tra la PA centrale e le numerose realtà locali (regioni, specialmente province e comuni).

Le società private dovrebbero aver introdotto l'IT nei differenti processi in carico alle funzioni aziendali (amministrazione, finanza, logistica, marketing, comunicazione, produzione, vendite).

Purtroppo, l'uso del condizionale é corretto, perchè la situazione attuale non consente affatto di parlare al presente. L'Italia pubblica e privata non ha ancora visto un progresso omogeneo, realmente diffuso, in grado di rendere la società produttiva del Paese più vicina agli stati leader nell'innovazione.

Perchè, nonostante il perdurare di una generale arretratezza dell'Italia, si é sviluppato un nuovo clima di entusiasmo per le tecnologie? perchè questa esaltazione per l'innovazione (che non c'é....) si collega direttamente alla tecnologia? soprattutto, perchè si semplifica il problema della limitata competitività italiana, riducendolo ad una mancata innovazione di natura tecnologica?

Certamente le soluzioni informatiche possono migliorare i processi della pubblica amministrazione e delle imprese, ma non dovrebbero essere elevate al punto da apparire come la via maestra per un traguardo difficile come quello del recupero della competitività nazionale.

Negli ultimi anni si legge e si sente molto di internet, di "Web 2.0".

<<Da mesi non sentiamo che parlare di Web 2.0. La società di ricerca Gartner è stata categorica: chi non saprà cogliere le opportunità del Web 2.0 rischia di rimanere tagliato fuori dal nuovo Rinascimento di Internet, trainato dal Nasdaq. Ma cosa sia esattamente il Web 2.0, la seconda versione del World Wide Web, nessuno sa dirlo con precisione. Alla base del Web 2.0 è innanzitutto un approccio volto alla politica collaborativa, social networking e all'interattività>> #1

Cosa può essere il Web 2.0? Una definizione chiara, che potrebbe spiegare in modo semplice il Web 2.0 per un aspetto essenziale quale la cooperazione, é la seguente:

<<il cosiddetto Web 2.0 che, lungi dal rappresentare il culmine dell’evoluzione del mondo Internet negli ultimi dieci anni, è un punto di partenza per nuove metodologie e applicazioni software, all'insegna della condivisione e della collaborazione tra esseri umani>> #2

Come può essere possibile il recupero dell'Italia, della propria produttività, puntando sulla sola innovazione tecnologica, in particolare sul web 2.0? probabilmente é stata esaltata l'informatica, ancora più probabilmente si é creduto (e qualcuno lo ha lasciato volutamente credere....) che l'IT potesse colmare il gap che esiste tra molte imprese nazionali e quelle estere, oppure ridurre in pochi anni i ritardi dei processi di ammodernamento dell'apparato pubblico, centrale e locale.

Nel blog http://robertodadda.blogspot.com un post domandava se il web 2.o esistesse sul serio
(http://robertodadda.blogspot.com/2007/03/web-20-esiste-davvero.html).

Ho contribuito al post con questo intervento:

Di sicuro sul Web 2.0 c'é una certa confusione. Ma nel sostenere che non sia avvenuta un'evoluzione comportamentale degli utenti, organizzativa nelle imprese, tecnologica nelle infrastrutture, metodologica nell'integrazione e realizzazione dei servizi, si potrebbe correre il rischio di negare la trasformazione del concetto stesso di internet e di networking a livello business e sociale.Nel mondo sono organizzate da 4 anni conferenze che spiegano le evoluzioni del web.La definizione del Web 2.0, o l'interpretazione su cosa possa essere, é stata espressa nel 2005 da Tim O'Reilly, ribadita nel 2006 da Tim Berners-Lee, che ha "anticipato" l'affermazione piena delle reti concettuali in un prossimo scenario web (la rete e lo sviluppo dei sistemi semantici).Capisco lo smarrimento, ed il sano scetticismo: del resto può dar fastidio (giustamente) il sentir parlare di web 2.0 con finalità promozionali.

Come già scritto in un precedente intervento (Blog, second life, twitter come nuove "internet bubble"), le tecnologie hanno un proprio valore, ma non sempre può bastare al successo
http://marketing-intelligence.blogspot.com/2007/03/blog-second-life-twitter-le-nuove.html

L'Italia necessita di una modernizzazione non solo IT, servono una cultura imprenditoriale ed una politica nuova, serve assolutamente una visione di lungo periodo: in mancanza di obiettivi chiari, non sarà possibili promuovere un progetto complesso di ripresa. E neppure sarà giusto lasciarsi ingannare dalla valutazione semplicistica sulla tecnologia come soluzione miracolosa.


Link in tema:
http://www.apogeonline.com/webzine/2007/01/16/19/200701161901
http://www.xyz.reply.it/web20/
http://marketing-intelligence.blogspot.com/2007/02/web-10-web-20-web-30-web-x0.html


#1 fonte: Mirella Castigli, vnunet / 10-settembre-2006
http://www.vnunet.it/it/vnunet/special-report/2006/09/11/web-2-0-evoluzione-hi-tech-o.

#2 fonte: Mario Montalto, TWT - Telecomunicazioni ad alta velocità / novembre 2005
http://www.microsoft.com/italy/pmi/marketing/internetmarketing/web20.mspx

Immagine fonte: http://barcamphyderabad.pbwiki.com/f/web20_whatis.gif

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Friday, March 23, 2007

La Market Intelligence nel turismo: l'esempio della Cumbria


Per agevolare, se non assicurare, lo sviluppo economico del turismo, serve indubbiamente valorizzare le risorse naturali, culturali, artistiche di un territorio. A questo processo, chiaramente complesso, occorre abbinare un progetto di controllo per verificare il corretto utilizzo di fondi comunitari, nazionali e regionali, e può aiutare un piano di finanziamento anche privato (spesso garantito dal project financing).

La Cumbria, incantevole regione nel nord-ovest dell'Inghilterra, anticipata con l'immagine pubblicata nel post precedente, ha saputo utilizzare fondi pubblici e fondi privati.

Inoltre ha organizzato un servizio di market intelligence, capace di studiare i flussi turistici, di approfondire le motivazioni dei visitatori, di conoscere le storie vissute da alcuni turisti.

E' un modo valido per risolvere anche il problema della stagionalità, che spesso limita l'offerta turistica in particolari periodi dell'anno.

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Thursday, March 22, 2007

Estetica & suggestione: una sola immagine può creare valore?


L'immagine certamente affascina, anche se il valore della bellezza é espressa dalla natura, da un paesaggio incantevole.

Potrebbe bastare la foto, insieme a poche righe di commento, e magari una breve descrizione del posto, forse pochi elementi potrebbero attrarre i visitatori di un sito.

Nel 1995, probabilmente, questa semplicità di progetto sarebbe bastata per un piano di promozione di un territorio.

Oggi, in un mondo "globalizzato", dove realmente si muovono flussi di persone, la pubblicità richiede l'adozione di tecniche più evolute di comunicazione, ma ancora di più necessita di una visione strategica.

Dietro a questa fotografia, di rara bellezza, é presente una cultura di marketing: sono disponibili servizi per privati e per operatori turistici, le analisi sui visitatori della zona proposta e sulla loro soddisfazione, la valutazione dell'offerta da un punto di vista qualitativo e quantitativo, la strategia per i prossimi anni.

Questa cultura, probabilmente, é poco affermata in Italia. E' questa una seria mancanza del Paese, il mancato governo strategico del settore turistico.

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Wednesday, March 21, 2007

Evento a Milano > Predictive Banking 2007 (3 aprile 2007)


Predictive Banking 2007

"Predire o Perire: l’imperativo del marketing e del risk management nel settore bancario"


Evento SPSS dedicato all'utilizzo delle tecniche statistiche e delle metodologie di data mining per la segmentazione della clientela e per lo sviluppo di modelli predittivi, utili per l'interpretazione del comportamento di particolari clienti e per poter anticipare tendenze ed esigenze di alcuni customer profile

Milano, 3 Aprile 2007

Excelsior Hotel Gallia, Piazza Duca d'Aosta 9

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Monday, March 19, 2007

Blog, second life, twitter: le nuove Internet Bubble ed il rischio di una Italia distratta dal costruire la propria competitività


Una volta, forse, questo modo di comunicare aveva una propria efficacia.

Ma, ad oggi, grazie al continuo sviluppo delle tecnologie internet oriented, l'offerta complessiva di strumenti di comunicazione e di socializzazione produce effetti sempre positivi? I vantaggi sono più per il mondo consumer, oppure, in prospettiva, per le imprese "lungimiranti"?

La risposta non credo che sia semplice, si potrebbe correre il rischio di banalizzare i fenomeni del web 2.0. Però ritengo che l'entusiasmo verso i blog, individuali o corporate, verso twitter, verso second life sia eccessivo: solamente all'inizio degli anni 2000 abbiamo assistito al declino dell'internet bubble, e registrato la scomparsa di numerose aziende che annunciavano trionfi tecnologici ed applicativi.

Oggi la rete internet é al centro degli interessi, anche culturali: privati ed aziende ne sono attratti, eppure in Italia permane una situazione di arretratezza chiamata digital divide. Cresce la società della conoscenza, forse si arriverà al raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona, magari nel 2010 l'Europa avrà sviluppato una maggiore competitività, distribuendo meglio la ricchezza prodotta e favorendo una nuova occupazione, più qualificata.

Ma non sempre la rete consente a chi si avvicina di farne un uso appropriato, e di facilitare la propria posizione personale e/o professionale: una ragione può essere la dispersione della rete stessa, il proliferare di dati, un pericoloso information overloading. Un'altra ragione potrebbe essere la qualità dei dati stessi, cioè il livello di attendibilità e pertinenza rispetto al bisogno informativo del navigatore in internet.

Una ragione inaspettata é il valore "sociale" di internet. Potrebbe sorprendere, forse, la comparsa di nuove patologie legate alla rete, in particolare quelle correlate all'abuso di internet ed al bisogno di comunicare continuamente. Si tratta di una vera dipendenza dal web, e la circostanza deve indurre ad alcune riflessioni sui risultati della modernizzazione: finalmente in Italia si inizia a registrare un aumento del traffico ADSL, finalmente alcune aree del meridione possono beneficiare di una migliore connettività, ma paradossalmente si manifestano anche alcune situazioni di stress da internet.

Dopo aver compreso il successo recente della rete, ci si potrebbe domandare: internet nella versione Web 2.0 contribuisce alla cultura? oppure é una forma di svago, di intrattenimento? considerando le nuove preferenze degli italiani, assomiglia più ad un divertimento che ad uno strumento di studio o lavorativo. Cioè la funzione ricreativa supererebbe il valore professionale o business.

Questa considerazione sulla rete come ambiente virtuale di socializzazione potrebbe dare un giudizio sui blog individuali, sul messaging real time, offrendo una chiara interpretazione delle ragioni di consumo dei nuovi servizi internet.

Perchè in questo momento di "esplosione" del Web 2.0, allora, si cerca di coinvolgere le imprese? Perchè si lascia passare il messaggio che il corporate blogging produrrà chance importanti di business?

In Italia numerose imprese, specialmente tra le PMI, non hanno ancora realmente beneficiato dell'innovazione organizzativa e tecnologica: l'Istat mostra un quadro comunque positivo, cioè é cresciuta la dotazione di strumenti IT da parte delle piccole e medie imprese, ma non sempre dietro l'acquisto di nuova tecnologia si registra un successivo miglioramento della gestione e della produzione. L'innovazione deve essere anche culturale e metodologica.

Nel Paese sono tanti, purtroppo, i casi di mancata innovazione: celebrare il Web 2.0 come una leva quasi strategica é, a mio avviso, sbagliato. L'Italia delle PMI non é ancora arrivata compatta all'età di internet, cioè la maggior parte delle imprese non hanno veramente beneficiato dei vantaggi che la rete telematica permetterebbe loro.

Quali potrebbero essere le innovazioni per le piccole e medie imprese? Sicuramente i pagamenti elettronici B2B, la fatturazione elettronica, la posta certificata, le smartcard, l'archiviazione digitale per smaltire, se non eliminare, la documentazione cartacea. In molte imprese manca concretamente l'informatizzazione dei processi, bisogna chiaramente dichiarare che numerose PMI sono ferme all'età di Internet, più precisamente all'età di Internet Explorer.

Proporre alle imprese l'adozione di tecnologie Web 2.0, facendole passare come una forma importante di innovazione, é un modo assai parziale di suggerire al sistema industriale qualche nuova leva competitiva.

Forse le innovazioni sopra suggerite non intervengono nella progettazione dell'offerta delle imprese, ma almeno garantiscono un profondo ammodernamento dei processi amministrativi e gestionali, assicurando un efficientamento delle relazioni di ciascuna azienda con la propria clientela, con i propri partner, con i propri fornitori, nazionali ed internazionali.

Di sicuro le forme di innovazione per la Financial Supply Chain producono risultati ben superiori ad un corporate blog. Le imprese nazionali dovranno entrare nella Network Economy, per salvaguardare la propria posizione e sviluppare nuovi business, quindi dialogare con la clientela grazie soprattutto alle transazioni e non alle sole relazioni, per quanto queste siano importanti nella fidelizzazione dei rapporti commerciali.


Per approfondimenti:

EIAA - European Interactive Advertising Association
> http://www.eiaa.net/news/eiaa-articles-details.asp?lang=4&id=117

Umberto Eco - l'attendibilità di internet
> http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/1252511

Federico Fasce - Apogeo On Line
> http://www.apogeonline.com/webzine/2007/03/19/20/200703192001

Simona Scardino - 7 magazine
> http://www.7magazine.it/new.asp?id=885

Stefano Epifani - blog stefanoepifani
> http://blog.stefanoepifani.it/2007/03/05/A+Scuola+Di+Blog+Blogger+In+Cattedra.aspx
> http://blog.stefanoepifani.it

Marco Dal Pozzo - blog mdplab
> http://mdplab.blogspot.com/2007/03/corporate-blog-alla-ricerca-della.html
> http://mdplab.blogspot.com

Pandora Formazione - blog
> http://pandoraformazione.blogspot.com/2007/03/internet-e-la-perdita-della.html

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Sunday, March 18, 2007

L'analisi dei documenti e la ricerca del loro significato


Il marketing necessita di dati ed informazioni, possibilmente misurabili in termini di importanza, attendibilità, pertinenza. Tutti gli uffici marketing richiedono sistemi informativi adeguati, per assicurare i processi di acquisizione e gestione della conoscenza.

Il processo di gestione della conoscenza deve consentire allo staff di analisti di poter sviluppare una nuova intelligenza dalle informazioni già acquisite e valutate, nel rispetto di una sorta di "information lifecycle". Quindi le informazioni dovranno essere salvaguardate, protette, ma anche diffuse (all'interno dei gruppi di "interesse") e possibilmente rielaborate.

Ma per poter trarre il massimo beneficio dalle informazioni, sarà indispensabile strutturare l'opportuni processo di costruzione della conoscenza ("knowledge acquisition"), che consiste nella determinazione del fabbisogno informativo particolare, nell'individuazione delle fonti primarie e secondarie, nella consultazione dei contenuti da queste resi disponibili, fino ad arrivare alla costruzione delle ontologie e per terminare con la fase di analisi di correttezza.

La conoscenza di marketing potrebbe dipendere dal miglior uso dei processi di ragionamento automatico, ovvero di knowledge discovery. Certamente la funzione di marketing dovrà sempre più disporre di strumenti di natural language processing, per poter studiare documenti elettronici sempre più numerosi e voluminosi.

La categorizzazione dei contenuti individuati dai motori di ricerca, per migliorare da un punto di vista qualitativo le tecniche di ricerca sul web. Proprio la categorizzazione automatica dei documenti consente di associare a specifiche classi semantiche i contenuti estrapolati dai file acquisiti nel corso di ricerche condotte con tecnologie internet.

Si tratta di un'evoluzione dei sistemi di text analysis, verso il text mining. Sarà la collective intelligence, una modalità indispensabile per poter ordinare ed eseguire analisi di marketing complesse (marketing reasoning), che richiederanno attente interpretazioni e correlazioni riguardo alle fonti esaminate ed in merito ai contributi ottenuti con query espresse in linguaggio naturale.

Certamente il web semantico potrebbe completare l'affermazione degli strumenti di analisi linguistica, ed agevolare il lavoro degli analisti di marketing, specie se impegnati a definire ed eseguire studi su contenuti esteri, cioè multilingua.

Per informazioni:
Artificial Intelligence Lab Management Information Systems Department, University of Arizona
http://ai.bpa.arizona.edu/hchen/docs/DLI

Per approfondimenti sulla ricerca:
CNR > http://www.cnr.it/istituti/Ricerca.html?cds=048
EU > http://ec.europa.eu/information_society/istevent/koln2007/cf/network-detail.cfm?id=1081
http://ec.europa.eu/information_society/istevent/koln2007/cf/document.cfm?doc_id=3418
Cordis > http://cordis.europa.eu/fp7/ict/programme/challenge4_en.html
IBM > http://www.research.ibm.com/journal/sj/433/su.html
Microsoft > http://research.microsoft.com/nlp

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Saturday, March 17, 2007

La ricerca IBM per il Web 3.0: Efficient Video Annotation (EVA) system ed il web semantico


I nuovi progetti di knowledge management che vorranno considerare i contributi multimediali audio e video, esplosi recentemente grazie agli strumenti di internet "sociale", potranno avvalersi dei risultati della ricerca IBM. Il sistema EVA -Efficient Video Annotation system - é un esempio della tecnologia impiegata per il web semantico, cioè per l'analisi concettuale dei contenuti multimediali.
Per informazioni:

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Friday, March 16, 2007

Il multimedia search engine Marvel (IBM) apre la strada al Web 3.0


Il web semantico ha fatto probabilmente un passo in avanti, grazie alla ricerca della società multinazionale IBM: é stato utilizzato il search engine basato sulla tecnologia web che permette di indicizzare, categorizzare, ricercare le immagini ed i filmati digitali. Il motore di ricerca si chiama Marvel, nome che sta per 'Multimedia Analysis and Retrieval Engine', ed é stato presentato nel 2005 sul sito Alphaworks, dove la società IBM pubblica le informazioni che riguardano le proprie tecnologie sperimentali oppure emergenti.

Marvel é "unico" perchè auto-apprende, e questa caratteristica lo agevola nel compito di "etichettare" le informazioni riguardanti file multimediali di tipo immagine, video, audio. Utilizza principalmente 3 sistemi di ricerca dei dati, per mezzo di identificatori funzionali, semantici (concettuali), text mining.

Il sistema é composto dal Marvel multimedia analysis engine, per classificare i file video in funzione del loro contenuto, e dal Marvel multimedia retrieval engine, sviluppato su chiavi semantiche di ricerca multimediale, integrate appunto con altri chiavi di ricerca (oltre il text mining, sono infatti utilizzati algoritmi per la rilevazione 'speech', 'metadata', 'audio-visual feature').

Proprio in questi giorni è stato comunicato l'uso di Marvel dalla britannica BBC. Ibm e BBC infatti si sono accordate per un progetto di implementazione del "Web 3.0". Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, che cita come propria fonte il giornale Guardian,

"il progetto di partenza sarà la realizzazione di un sistema di ricerca di video all'interno del ricco portale verticale Cbbc".

Segue l'articolo de La Stampa (data di pubblicazione > 6 marzo 2007):

<< "Tutti i programmi disponibili al momento funzionano utilizzando parole chiave testuali, che vengono inserite per accompagnare o etichettare i video, ma non sono in grado di esplorare il contenuto stesso dei filmati" spiega Ashley Highfield, direttore della sezione multimediale della Bbc. Sebbene finora abbiano dato risultati positivi, talvolta si rivelano inefficaci, non permettendo di ritrovare tutti i contenuti desiderati. Ibm è al lavoro su un nuovo sistema, denominato «Marvel», che sarà in grado di reperire, all'interno dei filmati stessi, le immagini più pertinenti alla ricerca. Il successo del progetto potrebbe portare un contributo fondamentale al futuro della corporation britannica, ma, più in generale, anche alle sperimentazioni in corso relative al cosiddetto «web semantico», una tecnologia che, allo stato attuale, è già capace di capire il valore del contenuto di una pagina, anzichè interpretarlo come una semplice successione binaria di uno e zero >>.

In questi giorni nel web é stato trattato il tema del "Web 3.0" nel blog Passion Weblog, curato da Francesco Gori: in un post particolare, intitolato "Muore il web 2.0: arrivano il web 3.0 e 4.0", vengono presentate le possibili evoluzioni della rete.


Fonti:
http://technology.guardian.co.uk/news/story/0,,2025493,00.html
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=1920&ID_sezione=38&sezione=
http://domino.research.ibm.com/comm/research_projects.nsf/pages/marvel.index.html
http://www.francescogori.com/

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Thursday, March 15, 2007

Il rilancio del turismo attraverso una raccolta di dati a scopo di marketing


La ricerca condotta dal World Economic Forum mostra una minore competitività dell'offerta turistica del Paese, riconducibile a varie cause, anche il modesto branding dell'Italia a livello internazionale.
Ma spesso sono proprio gli italiani, e non solamente i più giovani, che decidono di trascorrere le loro ferie o vacanze all'estero. Per poter invertire la tendenza, allo scopo di salvaguardare l'industria del turismo, é stata ideata una particolare iniziativa di marketing intelligence per raccogliere le opinioni ed i suggerimenti dei consumatori italiani al rientro dai loro soggiorni all'estero.
Il consistente flusso di informazioni scaturito da questa iniziativa, chiamata "turisti protagonisti", servirà per effettuare uno studio delle esperienze internazionali degli italiani, e da questi contributi si potranno acquisire importanti notizie ed indicazioni. Infatti il processo di raccolta dei feedback vuole analizzare i resoconti forniti dai connazionali, e dopo aver compreso le loro esperienze, la ricerca ambisce a contribuire al miglioramento dell’offerta turistica nazionale.
Se il rapporto "Competitività nel turismo" ha posizionato l'Italia ben lontana dalle nazioni leader, si spera di interpretare le ragioni di questo arretramento anche con il contributo dei consumatori.

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Wednesday, March 14, 2007

La classifica del Forum economico mondiale sulla competitività del settore turistico: rapporto 2007



Il rapporto del World Economic Forum (Wef) sulla competitività del settore turistico posiziona l'Italia solamente al 33° posto. Ai primi posti la Svizzera, l'Austria e la Germania.

E' molto importante esaminare un aspetto che é stato esaminato dagli esperti del Wef, quello relativo al numero dei siti turistici - considerati patrimonio dell'umanità - presente nelle diverse nazioni classificate: l'Italia é al 1° posto.

Cosa penalizza l'Italia? La scarsa programmazione dell'offerta di servizi turistici, la mancanza di infrastrutture moderne, la "disattenzione" verso il turismo sostenibile e verso il turismo sociale.

L'Unione Europea ha varato il programma Lisbona 2010: l'Europa dovrà migliorare in 4 punti fondamentali del programma di evoluzione comunitario: occupazione, innovazione, coesione sociale e sostenibilità ambientale. Purtroppo l'Italia manifesta evidenti squilibri, a livello regionale, ed il turismo come asset vede ridotte le proprie aspettative di crescita in mancanza di una programmazione che sappia armonizzare le numerose risorse endogene del Paese.

Probabilmente gli stati leader, che sono tutti vicini all'Italia da un punto di vista geografico, sono non solo capaci di valorizzare al meglio le proprie risorse naturali ed artistiche, ma anche abili ad attrarre e, ad investire, capitali esteri: al contrario l'Italia, secondo il rapporto prodotto dal Wef, pone varie difficoltà agli investimenti esteri diretti a sostenere l'industria del turismo. Forse gli enti ed i privati coinvolti nel settore, per tornare ad essere competitivi, dovrebbero organizzare un monitoraggio continuo sull'offerta turistica dei paesi leader, studiando anche le loro politiche per le infrastrutture per i trasporti (porti, aeroporti) e, ovviamente, le loro capacità di attrarre capitali esteri per lo sviluppo delle infrastrutture turistiche.

Una ricerca di marketing applicata al turismo non dovrebbe solo indagare sulle preferenze dei visitatori ('la domanda'), ma esaminare criticamente i punti di forza e quelli di debolezza delle infrastrutture turistiche ('l'offerta'), allo scopo di definire un modello di benchmark e poter decidere il futuro dell'industria turistica su basi di conoscenza obiettive e, soprattutto, attendibili.

Il turismo evoluto non privilegia solamente le bellezze paesaggistiche e culturali, ma le intende valorizzare all'interno di una visione strategica che possa proiettare, una nazione intera, a competere anche in termini di qualità dei trasporti, di sicurezza, di salvaguardia ambientale. Solo considerando tutti questi attributi, l'Italia potrà ambire a tornare ad essere una delle principali destinazioni turistiche.

I link al report ed alla lista dei siti Unesco in Italia:
http://www.weforum.org/en/initiatives/gcp/TravelandTourismReport/index.htm
http://www.weforum.org/pdf/tourism/Italy.pdf (scheda sull'Italia)
http://www.unesco.it/patrimonio/siti/siti.htm
http://www.sitiunesco.it/

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Tuesday, March 13, 2007

Marketing Knowledge Management: i portali come front-office degli hub della conoscenza settoriale


Ultimamente nella rete si possono leggere molte informazioni e best practices sulla realizzazione e gestione di blog, anche di blog aziendali (corporate blog). Sono utili piattaforme web di comunicazione, incontro, e confronto, occasioni per le aziende di conoscere meglio la propria clientela (e non solo), ed interessanti opportunità per chiunque di domandare alla comunità quesiti in merito ad un prodotto / servizio.

Andando un pò controcorrente, può essere utile tornare ad esaminare i portali, in particolare i portali B2B e le comunità di business user che questi sistemi di comunicazione permettono di sviluppare.

In esame, con l'esempio sopra rappresentato, il portale CimCig: vuole offrire ad un pubblico selezionato, alle persone che operano nel business delle costruzioni, una piattaforma di conoscenza che può consentire ai visitatori di aver accesso a ricerche di mercato, whitepaper, casi particolari, informazioni tecniche e standard del settore.

Il portale vuole quindi estendere la conoscenza verso tutte le persone coinvolte professionalmente in un settore specifico, ma offrire anche l'opportunità al visitatore di partecipare alla comunità di business, registrandosi per poter accedere ad alcune aree riservate ai soli membri, e per poter usufruire dei servizi di newsletter.

In un periodo "blog-oriented", é vantaggioso riprendere anche il concetto di comunità: se i blog ed i portali possono aggregare numerose persone, permettendo loro di partecipare soprattutto attivamente, il portale CimCig offre numerosi spunti di riflessione. Si tratta infatti di un portale apparentemente semplice (e questo aspetto é un punto di forza, perchè avvicina l'utente allo strumento web, cioè lo coinvolge con una certa immediatezza), che si caratterizza per una propria knowledge base estendibile.

Ad una comunità business interessa notevolmente un portale dedicato che tenga conto anche degli aspetti informativi del loro market-focus: si tratta di un completamento quasi naturale, perchè il portale non solo unisce gli interessi comuni di un gruppo di professionisti, ma li informa continuamente ed anticipa loro, grazie a contenuti opportunamente selezionati, il prossimo futuro del loro settore.


Un hub della conoscenza, cioè un sistema di knowledge management "tipizzato", realizza quanto anticipato da Jeremy Rifkin nel 2000 ("L'Era dell'Accesso - La rivoluzione della new economy"): il business portal ha un proprio ruolo quando rende disponibili servizi ad
alto valore aggiunto di market intelligence e servizi di corporate and business governance.

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Saturday, March 10, 2007

Segnalazione libro: "Decidere l'innovazione"

Si invita a leggere un testo veramente originale sull'innovazione, argomento che negli ultimi anni é stato troppo collegato con la sola visione tecnologica.



La caratteristica di valore dell'opera: esplorare il significato dell'innovazione vista da professionisti differenti, ciascuno impegnato con un ruolo significativo nel vivere e trasmettere la "cultura del cambiamento". Il libro infatti é stato scritto da 4 esperti, due italiani (Epifani, Sabbadin) e due tedeschi (Hilgenberg, Warschat), tutti impegnati in attività distinte, con competenze specifiche, ma accomunati dalla visione "strategica" del cambiamento.
Il libro offre al lettore una visione multipla sui processi di innovazione, partendo da considerazioni differenti sulle ragioni del cambiamento e sui vantaggi ottenibili, anche in termini competitivi.


La prima parte del libro ("conoscere l'innovazione") é stata sviluppata da Kurt Hilgenberg, consulente pubblicitario, rappresenta le 4 dimensioni dell'innovazione: quella comunicativa, quella cognitiva, quella comportamentale, quella fisica. L'interpretazione é resa possibile dal sistema di knowledge scoring.

La seconda parte ("misurare l'innovazione") é merito di Stefano Epifani, professore universitario ed esperto di economia dell'innovazione, nonchè consulente di numerose imprese ICT: il suo contributo é molto interessante perchè volge l'attenzione alle metriche adottate per valutare il livello dell'innovazione dei Paesi o dei sistemi economici ed industriali, ed alle possibili misure dell'innovazione raggiunta nei prodotti, nei processi, nella funzione marketing, nelle dimensioni organizzative. Epifani conclude il suo contributo con utili considerazioni sul ruolo delle organizzazioni per il buon esito dei processi di innovazione, e sull'importanza della condivisione della conoscenza affinchè si possano coinvolgere le persone a partecipare allo sviluppo del cambiamento.

La terza parte ("valutare l'innovazione") é stata curata da Joachim Warschat, direttore del Fraunhofer Institute: presenta il processo di Innovation Audit, un assessment che può essere realizzato nelle organizzazioni e nelle imprese in circa 6 settimane, per valutarne le capacità di innovazione ed il livello di raggiungibilità degli obiettivi prefissati. Questo contributo esplora anche la misurazione del processo di innovazione, grazie ad un sistema di valutazione continua denominato Innovation Card.

La quarta parte ("disegnare l'innovazione") é stata sviluppata da Edoardo Sabbadin, professore universitario di economia e gestione delle imprese: il tema precipuo é il contributo del marketing nella pianificazione dell'innovazione, con particolari approfondimenti sulle recenti ed attuali funzioni di design del prodotto, comunicazione del brand, promozione dell'offerta. L'autore illustra il valore aziendale del marketing come ideatore delle nuove opportunità, offrendo al lettore validi esempi operativi.

L'opera nel suo complesso é molto interessante: non solo permette di confrontare il pensiero di sviluppo italiano e tedesco, di per sè un arricchimento intellettuale perchè si tratta di un'apertura internazionale, indispensabile per comprendere meglio i processi innovativi che determinano il futuro delle imprese in Italia ed in Germania. Il libro é una riflessione completa su varie forme di innovazione, e tiene conto delle fasi di confronto ambientale, della programmazione strategica, della misurazione della raggiungibilità degli obiettivi, del controllo dei processi di innovazione, fino ad arrivare alla progettazione dei prodotti/servizi ed alla realizzazione dei piani di comunicazione. Senza dimenticare l'importanza del coinvolgimento umano, cioè gli aspetti di formazione-comunicazione-empowerment, leve decisive per innovare, vincendo.

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Thursday, March 08, 2007

Eventi a Roma e Milano > "L’analisi dei dati a supporto delle decisioni aziendali"

Segnalo un evento interessante sulle nuove versioni del software statistico SPSS: il workshop ha il titolo "Tecnologie per l’analisi dei dati a supporto delle decisioni aziendali ", e permetterà ai partecipanti di conoscere gli ultimi sistemi di analisi statistica delle informazioni aziendali. Questi sistemi possono essere utilizzati anche come supporto all'operatività dei sistemi di previsione, per offrire una chiara interpretazione sull'uso combinato delle ricerche di mercato e delle tecniche di analisi competitiva: forse, in Italia, ancora non é completamente evidente il valore della collaborazione tra sistemi di monitoring del mercato e survey di opinione che prevedono la consultazione della clientela.

L'evento avrà luogo a Roma il prossimo 10 maggio, un'edizione successiva si terrà a Milano in data 22 maggio 2007. Per informazioni sulla manifestazione é possibile consultare il sito della società SPSS Italia, all'indirizzo web http://www.spss.it/seminari/semtpa.htm

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Wednesday, March 07, 2007

Lo standard per le ricerche di mercato: norma ISO 20252


Il settore delle ricerche di mercato é in continua crescita. La complessità che si é aggiunta di recente riguarda le attività di ricerca a livello internazionale, necessarie quando una società committente richiede ai ricercatori di definire ed eseguire una raccolta e valutazione di dati su mercati e società all'estero.

In questi casi il gruppo di studio si trova nella condizione di dover delegare a società esterne il compito di svolgere le attività "locali".

Scopo dello standard è quello di assicurare ai clienti che hanno appunto questa esigenza di commissionare studi internazionali, risultati di qualità analoga alle ricerche abitualmente condotte, e confrontabili nei differenti Paesi.

Per approfondimenti:

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Thursday, March 01, 2007

Le ricerche di mercato nel settore turistico

Il 2006 é stato l'anno della Market Intelligence applicata al settore turistico.

Nel mese di ottobre si é tenuto un convegno dedicato proprio alle tecniche adottabili in processi di ricerca. Lo scopo della manifestazione era quello di difendere la competitività del turismo europeo e chiaramente di poter individuare le future direzioni strategiche.

E' stata un'occasione di incontro per le nazioni aderenti, in particolare per condividere importanti informazioni riguardanti i flussi turistici, e per presentare le migliori testimonianze di successo e le best practices. Ma il convegno ha voluto anche illustrare quelle che potrebbero essere le criticità del settore turistico, in maniera da renderle note e, possibilmente, mitigabili.

Infatti il turismo rappresenta un'area competitiva, su cui la Comunità Europea punta per la crescita dei paesi ex-convergenti, ovvero quelli che sono entrati di recente nell'Unione. La manifestazione voleva sottolineare la strategicità del settore, ma anche diffondere possibili metodologie di marketing analitico e strumenti di rilevamento ed analisi statistica, per sostenere una pianificazione di market intelligence comune.

Alcuni interventi hanno quindi esposto il valore del marketing, ad un livello analitico, nel fare valutazioni e soprattutto previsioni. Le ricerche di marketing per il turismo servono proprio per studiare la composizione attuale e prossima della domanda, per comprendere la segmentazione della clientela, e per prevedere a medio e lungo termine quali potranno essere i trend ed i mega trend.

Infatti le previsioni di breve termine possono essere sviluppate con tecniche statistiche basate sull'osservazione di fenomeni recenti, riferendosi ad un campione comunque noto. Spesso possono essere utilizzati questionari e sondaggi per cercare di prevedere il comportamento di alcuni segmenti comunque noti.

La Market Intelligence più importante, ed impegnativa, riguarda la progettazione e l'esecuzione di modelli di scenario a 3/5 anni: le proiezioni tengono in considerazioni un numero consistente di variabili, e si possono specializzare per target, in funzione dei segmenti di riferimento. Inoltre la costruzione degli scenari deve esaminare la situazione futuribile, prevedendo la trasformazione del mercato odierno e valutando quelle che potrebbero essere le future dinamiche.

Nel campo del turismo le ricerche di questo tipo valutano anche l'evoluzione degli stili di vita, il cambiamento degli interessi, le modifiche culturali della società, allo scopo di predeterminare quelli che potrebbero essere i futuri comportamenti dei consumatori.

Il convegno sulle ricerche marketing ha permesso di capire come studiare lo scenario, quali dati ricercare, quali informazioni sviluppare: il processo di intelligence vuole proprio giungere ad una serie di simulazioni di contesto, che permettano di interpretare i cambiamenti di particolari settori di mercato.

Il ruolo dei sistemi informativi, anche nella logica di supporto ad un portale di promozione del territorio, è importante e non dovrebbe essere sottovalutato come "semplice" content management e news publishing: sarebbe un errore grave, perchè la market intelligence richiede una continuativa ricerca ed elaborazione di dati. L'It serve proprio per misurare i livelli di competitività di alcune aree geografiche, in funzione di differenti variabili.

I collegamenti diretti alle pagine web da dove poter effettuare il download del materiale:

http://www.etc-corporate.org/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=199&ac=6
http://www.etc-corporate.org/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=195

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