L'Italia arretra nella classifica della competitività IT
Si discute da diversi anni non tanto sul ruolo delle tecnologie IT nel modernizzare un Paese, quanto sul valore che possono produrre come leve di innovazione - non solo tecnologica - e come leve di competitività. L’ampia letteratura economica e di business dimostra come le tecnologie, assorbite correttamente dalle imprese e dalle organizzazione, possano portare efficienza e produrre nuove forme di valore. Possiamo considerare, quindi, l'innovazione IT come un enabler competitivo per un Paese. Ma leggendo i rapporti prodotti dall'Economist Intelligence Unit, per conto della Business Software Alliance, ci si rende conto della debolezza dell'Italia, che nello studio appena pubblicato scende nell'indice mondiale della competitività IT.
Secondo l'Economist Intelligence Unit, sei sono i fattori che concorrono a formare un ambiente
capace di supportare il settore IT:
- un'ampia disponibilità di personale qualificato;
- un ambiente culturale votato all'innovazione;
- un'infrastruttura tecnologica avanzata;
- un quadro normativo che tuteli efficacemente i diritti sulla proprietà intellettuale, quali brevetti e copyright;
- un'economia aperta e competitiva;
- una leadership governativa che bilanci in maniera adeguata la promozione tecnologica con il
rispetto delle dinamiche di mercato.
L'Italia é endemicamente debole sui fronti dell'efficienza e della concorrenzialità, la maggior parte delle imprese IT non cercano di internazionalizzare il proprio sistema di offerta, il settore industriale dell'information technology italiano non é così attrattivo (anzi è incapace di attrarre i talenti che si formano presso le università europee ed asiatiche), e non si ravvisa quell'importante ruolo del Governo, salvo alcune operazioni di comunicazione come gli slogan delle 3 'i'.
Il Paese si trova
-senza una politica in grado di indirizzare l'innovazione IT, a partire dalla modernizzazione del settore pubblico,
-senza una strategia finalizzata a proteggere la proprietà intellettuale,
-con poche capacità distintive e con ritardi pesanti sulle attività di aggiornamento degli skill,
-con poche professionalità "estranee" al settore IT pronte a comprendere il valore delle nuove tecnologie, cioè con pochi business professional e con modeste carriere nell’IT marketing.
Nel 2007: Italia "solo" 23esima nella classifica per competitività IT.
Nel 2008: Italia "solo" 25esima.
Come stupirsi?
Labels: Business Software Alliance, competitività, Economic Intelligence Unit, innovazione, IT, marketing, proprietà intellettuale, skill
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