Il Paese tra la crisi del turismo e la "rinascita" di Alitalia: ma davvero la Francia é la nostra rivale nel turismo? E la Spagna.....?
L'Italia prosegue la sua marcia. Lenta, ovviamente, ma con la costanza che negli ultimi anni ne ha segnato il passo verso un arretramento generale, vissuto quasi con rassegnazione, e solo da pochi con quella mortificazione che avrebbe dovuto scuotere la gente, sollevare la tanto evanescente "opinione pubblica".
Ieri sera la Rai, esattamente la trasmissione SuperQuark (un gioiello della televisione italiana, che brilla ancora di più durante la programmazione estiva, concepita per non pensare, in attesa del ritorno "massiccio" del dio football), ha informato sullo stato del turismo italiano, ed invitato gli spettatori a riflettere sulle ragioni della crisi ("agonia" ?) del settore a confronto della crescita della Spagna.
Grazie alla trasmissione SuperQuark sono entrate nelle case degli italiani le parole brand, marchio, programmazione, innovazione, anche il termine "investimenti", persino quello "formazione", addirittura "strategie".
Il servizio ha commentato, in modo semplice e chiaro, il successo del sistema spagnolo, accentuando il giusto merito delle autorità politiche del paese iberico che, intelligentemente, non ragionano per "localismi" ma cercano quel coordinamento che in Italia non viene neppure annunciato dai politici italiani - con piena consapevolezza - durante le campagne politiche o le sempre più numerose apparizioni da star.
E' stato spiegato che il successo spagnolo é il risultato di una programmazione di lungo periodo, e che ha chiamato all'azione non solo gli operatori naturali del turismo, cioè le società alberghiere e dei trasporti, ma anche gli istituti di formazione professionale e persino le università!
Ma il successo della Spagna sull'Italia risplende anche nell'architettura (Valencia, o Madrid con il 'Terminal 4' di Barajas), a dimostrazione che E' UN INTERO PAESE A MUOVERSI, e non alcune aree ed in pochi, specifici, settori.
Rimanendo sul turismo, la Spagna raccoglierà dal prossimo anno i risultati del Plan Renove per il miglioramento delle infrastrutture turistiche, e si appresta a curare una nuova strategia di informatizzazione delle strutture ricettive, contando di raggiungere l'ambizioso obiettivo di rendere tutti gli alberghi connessi alla rete internet ed in grado di operare commercialmente.
L'Italia é ferma, da numerosi anni, e nel turismo paga la mancanza di una vera strategia nazionale, vera perchè pensata da differenti esperti (anche economisti, marketer, analisti in grado di studiare l'andamento della domanda e di prevederne il cambiamento), vera perchè condivisa dalla maggior parte dei politici, a prescindere dalla coalizione di appartenenza o del territorio che rappresentano.
La Spagna si è affermata perchè prima di tutto ha voluto costruire una propria immagine, sviluppando la propria credibilità grazie ad un marchio, facendo branding in tutto il mondo.
L'Italia non è stata capace di difendere la sua posizione di leader nel turismo, non è stata capace di costruire un brand unitario, di promuovere un'immagine chiara della sua forza e della sua visione in merito all'ospitalità.
Non sarà il mantenimento della "compagnia di bandiera" un modo per accorciare il gap crescente con quei Paesi in grado di affermare il valore del proprio marchio.
E non sarà certo il caso di vedere come rivale la Francia, considerando chi nel turismo UE ha messo in difficoltà l'Italia ed il suo sistema di offerta anacronistico: Spagna, Croazia, Grecia, Germania, Svizzera.
Ieri sera la Rai, esattamente la trasmissione SuperQuark (un gioiello della televisione italiana, che brilla ancora di più durante la programmazione estiva, concepita per non pensare, in attesa del ritorno "massiccio" del dio football), ha informato sullo stato del turismo italiano, ed invitato gli spettatori a riflettere sulle ragioni della crisi ("agonia" ?) del settore a confronto della crescita della Spagna.
Grazie alla trasmissione SuperQuark sono entrate nelle case degli italiani le parole brand, marchio, programmazione, innovazione, anche il termine "investimenti", persino quello "formazione", addirittura "strategie".
Il servizio ha commentato, in modo semplice e chiaro, il successo del sistema spagnolo, accentuando il giusto merito delle autorità politiche del paese iberico che, intelligentemente, non ragionano per "localismi" ma cercano quel coordinamento che in Italia non viene neppure annunciato dai politici italiani - con piena consapevolezza - durante le campagne politiche o le sempre più numerose apparizioni da star.
E' stato spiegato che il successo spagnolo é il risultato di una programmazione di lungo periodo, e che ha chiamato all'azione non solo gli operatori naturali del turismo, cioè le società alberghiere e dei trasporti, ma anche gli istituti di formazione professionale e persino le università!
Ma il successo della Spagna sull'Italia risplende anche nell'architettura (Valencia, o Madrid con il 'Terminal 4' di Barajas), a dimostrazione che E' UN INTERO PAESE A MUOVERSI, e non alcune aree ed in pochi, specifici, settori.
Rimanendo sul turismo, la Spagna raccoglierà dal prossimo anno i risultati del Plan Renove per il miglioramento delle infrastrutture turistiche, e si appresta a curare una nuova strategia di informatizzazione delle strutture ricettive, contando di raggiungere l'ambizioso obiettivo di rendere tutti gli alberghi connessi alla rete internet ed in grado di operare commercialmente.
L'Italia é ferma, da numerosi anni, e nel turismo paga la mancanza di una vera strategia nazionale, vera perchè pensata da differenti esperti (anche economisti, marketer, analisti in grado di studiare l'andamento della domanda e di prevederne il cambiamento), vera perchè condivisa dalla maggior parte dei politici, a prescindere dalla coalizione di appartenenza o del territorio che rappresentano.
La Spagna si è affermata perchè prima di tutto ha voluto costruire una propria immagine, sviluppando la propria credibilità grazie ad un marchio, facendo branding in tutto il mondo.
L'Italia non è stata capace di difendere la sua posizione di leader nel turismo, non è stata capace di costruire un brand unitario, di promuovere un'immagine chiara della sua forza e della sua visione in merito all'ospitalità.
Non sarà il mantenimento della "compagnia di bandiera" un modo per accorciare il gap crescente con quei Paesi in grado di affermare il valore del proprio marchio.
E non sarà certo il caso di vedere come rivale la Francia, considerando chi nel turismo UE ha messo in difficoltà l'Italia ed il suo sistema di offerta anacronistico: Spagna, Croazia, Grecia, Germania, Svizzera.
Labels: brand, formazione professionale, immagine, marchio, marketing, marketing strategico, politica, turismo
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