Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Saturday, June 21, 2008

Interrogativi sul web e sul senso dell'innovazione

Mentre ci si interroga se sia già tramontata l'era del web 2.0, oppure se non sia già prossima alla decadenza la "blogosfera", o se Secondlife (r)esista e per quanto, mi sembra che siano pochi quelli che si pongano una serie di domande ancora più semplici, ma a mio avviso di enorme significato:

-il web é ancora così innovativo?
-la rete quanto può, in termini di business, progredire ulteriormente?
-internet vale più per le comunità B2B, o si caratterizzerà per il B2C?
-oggi, per una qualsiasi impresa, "stare nella rete" cosa deve significare?
-l'interattività fornita dagli strumenti web e dalle logiche di marketing potrà essere potenziata?

Nella rete esistono milioni di siti, sono il risultato della progressiva affermazione del web come canale informativo (prima era) e poi come strumento dispositivo (seconda era): il passaggio dal web classico al web 2.0 é stato segnato, senza alcun dubbio, dalla maggior interattività e dalla costituzione di reti "sociali", in cui la gente comune non solo partecipa, ma grazie alla celebrazione della cooperazione si raggiungono interessanti spazi di collaborazione e si sviluppano contenuti in grado di rappresentare la popolazione (o alcuni segmenti particolari).

Il progresso ha dimostrato come il web sia passato dall'essere una piattaforma di comunicazione ad un ambiente di inclusione, da un sistema tecnologico ad un sistema di business e, nell'ultimo periodo, ad un sistema sociale.

In questo cambiamento, neppure troppo lungo, numerose imprese non hanno modificato la propria presenza nella rete: perchè?

Se la rete é innovativa, di per sè, come mai solamente le multinazionali e le imprese maggiori hanno compreso il valore del nuovo web? come mai la maggior parte delle piccole e delle medie imprese proseguono a mantenere siti web e NON applicazioni web?

Eppure, già dal 2005 si parlava - a livello internazionale - dei nuovi criteri di modeling di interazione, si conoscevano le tecniche proprie del web 2.0, e sicuramente già dal 2006 venivano annunciate le applicazioni interattive e nelle conferenze si spiegavano i significati delle Rich Internet Application nelle relazioni marketing e commerciali (tra le imprese e tra un'impresa e la propria clientela). Ora, a metà del 2008, in Italia sembra finalmente affacciarsi la domanda di conoscenza sulle applicazioni web "di nuova generazione".

Non troppo provocatoriamente, visti i ritardi con i quali in Italia "importiamo" le tecnologie e le metodologie con cui poter utilizzare - al meglio - il progresso ICT, suggerisco di leggere un post pubblicato su un blog, per domandarsi quale possa essere il significato di un progetto web, e come curare il ridisegno delle applicazioni internet di un'impresa.

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Il blog da me indicato é curato dagli esperti della EMG:
http://www.earthboundmediagroup.com/


Infine, per rimanere sul senso dell'innovazione, torno a consigliare il libro scritto dal Prof. Stefano Epifani, di cui avevo pubblicato una recensione: spesso nel nostro Paese si tende ad equivocare, anche grossolanemente, il valore dell'innovazione, e si intraprendono varie iniziative in cui non sempre si cerca di ORGANIZZARE il cambiamento. Troppo spesso, purtroppo, e ne possono essere un esempio anche i siti web e le scarse applicazioni aziendali in rete, il progresso é mascherato dalla semplice implementazione delle tecnologie "di grido", senza curare la loro selezione in un più ampio percorso strategico.

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