Marketing Intelligence

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Saturday, September 15, 2007

All'Italia servono nel turismo migliori analisi e strategie territoriali, particolari per ogni regione

Sul blog Turismo Savona, a cura di Roberta Milano, ho letto un post sull'andamento del turismo nella regione Liguria durante il primo semestre 2007.

"Il dato regionale complessivo indica, nel periodo gennaio-giugno 2007, un -1,19% nelle PRESENZE mentre segnala una sostanziale tenuta negli ARRIVI (+0,29%)".

I risultati della prima parte dell'anno sono effettivamente preoccupanti, ma permettono di poter curare un'analisi dei dati turistici in serie storica: se veramente si vuole intervenire, per sostenere il sistema turistico di tutto il Paese, si debbono prima di tutto conoscere i risultati del settore, regione per regione, e comprendere le ragioni che hanno portato alcune regioni al successo, al consolidamento dei propri risultati positivi, in alcuni casi al peggioramento della competitività dell'offerta (cioè a danno dell'attrattività locale).

Avere i dati disgregati aggiornati, chiari, "certificati" perchè ottenuti attraverso iniziative di rilevazione predeterminate, come nel caso della regione Liguria, consente la miglior interpretazione dei risultati.

Infatti l’analisi dei diversi dati del 2007 sulle presenze e sugli arrivi così raccolti, e di seguito aggregati ed esposti, unitamente ad una costante rilevazione e analisi delle dinamiche dei flussi turistici e dei trend recenti (utili per decifrare le scelte dei consumatori e capire le esigenze non completamente soddisfatte), insieme ad una chiara comparabilità temporale, offrono un quadro analitico di per sé completo. La statistica dovrebbe essere applicata maggiormente al settore turistico, talvolta sembra che si costruisca l'offerta turistica locale senza studiare le esperienze degli ultimi visitatori, nè domandarsi quali potessero essere le loro principali aspettative prima del soggiorno.

Bisogna al più presto rafforzare l’industria del turismo, una delle principali risorse economiche.

Il quadro macroeconomico dell'Italia esprime più di una preoccupazione circa la consistenza reale della "ripresa". Le imprese italiane perdono in generale di competitività, anche se alcune statistiche (limitandosi ai successi estemporanei delle esportazioni in particolari settori industriali), tendono ad annunciare un quadro più sereno.

In alcune regioni italiane tra le industrie si segnala quella del turismo, elaborando i dati che si riferiscono alla produzione dell'intera filiera.

Fino a quando il turismo non viene valorizzato, quindi considerato come un vero asset economico del Paese, e conseguentemente sostenuto da disegni imprenditoriali e piani politici (soprattutto a livello regionale), assisteremo a tanti, TROPPI LOCALISMI.

La visione sul turismo deve essere nazionale, a livello politico (piani di investimento sulle infrastrutture, capaci di attrarre capitali esteri), e regionale o comunque locale a livello di SISTEMA TURISTICO, cioè integrando le varie risorse finanziarie ed industriali e facendole convergere su poche idee: troppe volte le province hanno ingaggiato lotte tra poveri, disperdendo parte delle risorse disponibili in tentativi vani di primeggiare.

L'Italia può vincere nel turismo, anzi tornare a vincere: a patto che sappia fare un gioco di squadra, disciplinando il ruolo ed il peso dei diversi (talvolta troppi) giocatori.

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