Le multinazionali crescono, nel mondo. Tranne in Italia
"Delle 335 multinazionali mondiali, solo 20, circa, sono italiane: come conferma l'annuale indagine di R&S, giunta alla sua dodicesima edizione, il mondo produttivo del nostro paese continua a basarsi soprattutto sulla piccola e media impresa e le grandi aziende, quelle con un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro, pari ad almeno l'1% del totale Italia, di cui un minimo del 10% realizzato sui mercati esteri, rappresentano una quota esigua del tessuto produttivo nazionale". Notizia AGI - mercoledì 23 maggio 2007
Le società italiane che fatturano di più non possono esser comparate con le multinazionali estere, e non sembra che la situazione sia migliorata nel corso degli ultimi 3 anni. Anzi, in Europa la distanza tra le multinazionali britanniche e tedesche e quelle (poche) italiane sembra destinata ad aumentare, in mancanza di strategie e di significativi accordi con partner internazionali.
Come ha scritto oggi Giuseppe Turani su 'La Repubblica', l'Italia si deve augurare che possano migliorare le circa 4000 medie imprese italiane, in modo da assicurare un livello produttivo di qualità. In assenza di grandi gruppi candidabili a diventare realtà multinazionali, il consolidamento delle medie imprese potrebbe essere l'unico auspicio, se non l'ultimo obiettivo raggiungibile.
Probabilmente la mancanza di programmazione industriale, unitamente ad una scarsa ricerca applicata, ed una difficoltà di costruire relazioni con l'estero per guadagnare nuovi mercati di sbocco, sono i limiti storici delle imprese nazionali. La scarsa competitività a livello internazionale é purtroppo un limite difficilmente superabile, almeno nel breve periodo.
Ci si deve augurare almeno un ammodernamento delle piccole imprese, con la finalità che qualcuna possa crescere per sostenere il segmento delle medie. Se sembra molto improbabile che il Paese veda altre multinazionali italiane "imporsi", o affermarsi, un minimo nei mercati esteri, il sistema delle piccole imprese dovrebbe impegnarsi per raggiungere risultati migliori. Magari tra qualche anno il numero delle medie imprese supererà le 4000 unità.....
Senza ricorrere, possibilmente, solo ai contributi a fondo perduto alle PMI: allo scopo di promuovere il miglioramento, favorire il consolidamento e l’ammodernamento, anche tecnologico, potrebbe intervenire Confindustria segnalando best practice ed esperienze di successo, e non lo Stato con la logica dei finanziamenti. Facili.
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