Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Friday, August 03, 2007

Le società italiane ed i mercati esteri: l'esempio di AICON, leader nel mercato del lusso


Nel mondo globalizzato non basta più posizionare la marca nei mercati internazionali, per poter conquistare nuovi Paesi serve una presenza estera forte, bisogna condurre un'intensa attività di business development oltre i confini nazionali: solamente in questo modo le aziende nazionali potranno intensificare le loro relazioni cross-border, promuovendo i propri brand e cercando di aumentare i propri giri di affari.

Un settore che richiede la maggiore presenza é indubbiamente quello del lusso: in questo contesto sono fattori di successo le idee, il design con cui si progettano i prodotti, il marketing con le cui ricerche di segmentazione si analizzano i target e con le cui strategie di comunicazione si comunicano i valori dell'offerta.



La società AICON ha deciso di "affrontare" il mercato internazionale: in un articolo MF-DJ si legge che "Aicon e' in procinto di trasferire a Londra le funzioni marketing, comunicazione, direzione commerciale e direzione generale mentre la produzione degli yacht, ossia uffici tecnici e cantiere, restera' a Messina". Secondo l'articolo "c'e' una precisa valutazione di natura commerciale. I mercati emergenti rappresentano una fetta sempre piu' ampia dei ricavi consolidati e la clientela proveniente da Russia, Cina, Medio Oriente e India tende a concentrare la propria presenza nella capitale inglese, diventata peraltro la capitale mondiale della finanza.
Per un costruttore di barche, il cui prezzo unitario medio e' dell'ordine delle decine di milioni di euro, Londra e' quindi diventata la piazza ideale, se non obbligata, per reperire sia nuovi clienti che fonti di finanziamento per la propria strategia di espansione".

L'internazionalizzazione delle aziende nazionali non può limitarsi al branding esterno all'Italia, agli accordi di partnership commerciale con cui si possono delegare i compiti di rappresentanza, e neppure alla delocalizzazione produttiva: le imprese italiane dovranno considerare propedeutico al piano di crescita il trasferimento delle funzioni deputate all'innovazione ed allo sviluppo del business.

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