Per IDC-EMC il web é destinato a crescere, grazie all'apporto dei contenuti degli utenti: cosa possono fare le imprese?
Spesso si legge che la rete internet é cambiata, é evoluta, ma non sempre sono esplicitate le ragioni del cambiamento o sono spiegati i risultati raggiunti dai differenti fattori abilitanti. Il fatto certo é che il mondo del web di oggi non é troppo simile a quello del 1997, anzi non si dovrebbe porli in comparazione.
Cosa colpisce della rete, oggi?
Cosa interessa alla gente comune, cosa di straordinario é accaduto da coinvolgere un pò tutti?
Io stesso sono un testimone di una parte del cambiamento, la partecipazione diretta delle persone che, rispetto alla prima fase del mondo del web, ora é attiva e si lascia sempre più prendere da un coinvolgimento emotivo ed appagante.
Nel 1997, circa, il web dialogava senza rispondere (one-way-web): i siti erano statici, pubblicavano del testo, inserivano delle immagini con la preoccupazione che queste non "pesassero" troppo a danno della connettività degli utenti, quindi con il rischio che un front end ricco di contenuti potesse degradare la propria fruibilità.
Nei giorni di oggi, il nuovo web si é arricchito della partecipazione della gente (two-way-web): si sono diffusi i wiki, i blog, lo sharing dei contenuti musicali e video, più di un utente digitale da consumatore é evoluto in un private broadcaster (manca un codice di condotta, non può bastare un'autoregolamentazione).
Con Second Life e con gli "avatar" si é aperto lo scenario del prossimo web: si dovrebbero affermare i contenuti tridimensionali, dovrebbe aumentare l'integrabilità dei feed generati e si potrebbero aggregare i flussi a seconda del proprio valore semantico.
Una recente survey condotta dalla società di ricerche IDC, insieme alla società Emc, preannuncia una difficoltà del web di domani, con qualche "preoccupazione" che inizia ad affacciarsi già da oggi: la crescita continua dei blog, insieme allo sviluppo sempre più consistente degli user generated content (acronimo UGC), creerà alcune difficoltà ai progetti di analisi semiautomatica o automatica dei dati pubblicati su internet.
Prevedere il monitoring delle fonti disponibili nell'internet pubblico sarà reso più impegnativo dal possibile aumento della massa dei contenuti digitali, che sembrano "destinati" ad aumentare di circa il 57% ogni anno.
Secondo IDC dal 2010 almeno il 95% del patrimonio informativo digitale sarà destrutturato, quindi dovrebbe aumentare la complessità dell'analisi su questo tipo di dati (alle "storiche" email, ed alle notizie pubblicate sui siti, il "nuovo" web ha permesso la crescita di articoli ed ovviamente dei blog). Senza prendere in esame i file immagine e video, che aumentano di molto la difficoltà di monitorare e categorizzare i contenuti.
Le aziende sono sempre più interessate alle comunità del web, ed alla costruzione di un dialogo costante: non possono bastare sicuramente i progetti di comunicazione come il corporate blogging, un'impresa che vuole promuovere il branding dei propri prodotti sul web dovrà essere pronta a controllare le reazioni dei blog, non più solo quelle dei media tradizionali.
Puntare sul corporate blogging non vuol dire "semplicemente" comunicare: vuol dire ascoltare, registrare, rispondere per tempo ad un pubblico aperto, e sempre più attento.
Labels: blog, blog monitoring, branding, contenuti digitali, controllo, corporate blogging
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