Le imprese italiane "arrancano" in Europa: non manca solo l'innovazione ICT, manca l'analisi dei mercati internazionali
L'Italia é il Paese delle contraddizioni. Mentre in Europa vengono analizzate le nuove forme di standardizzazione delle tecnologie nel settore ICT, e si propongono metodologie innovative per l'impiego di nuovi strumenti hardware e software nei processi di design e produzione industriale, oppure in alcuni Stati si cerca di trasformare le società leader in multinazionali (progetti di trasformazione strutturale con l'uso di capitali anche esteri e con una maggiore intensità tecnologica), da noi ci si crogiola su numeri che possono indurre al massimo ad un certo rasserenamento.
Il Paese mostra gravi ritardi sul fronte dell'innovazione segnatamente tecnologica: non solo sembra incapace di condurre a livello pubblico e privato proprie attività di ricerca e sviluppo in ambito ICT, purtroppo complessivamente ancora non ha raggiunto un livello significativo di acquisizione di skill già attuali in altri paesi "avanzati", ed il gap resta elevato, quasi da apparire maggiore rispetto al passato.
Curiosa la conclusione a cui é arrivato l'Istituto Eurispes, al termine della redazione del 'Secondo Rapporto sulle eccellenze italiane': "L'Italia delle imprese riprende a funzionare nonostante le difficoltà economiche e gli impedimenti burocratici, ma occorre tenere alta la guardia contro la concorrenza e per favorire l'evoluzione".
Può far certamente piacere la notizia di una ripresa delle imprese italiane, ma non si comprende come queste possano incrementare la loro produttività, eventualmente tendere ad esportare la propria offerta e contemporaneamente riuscire a sottrarsi alla pressione della concorrenza e della regolamentazione.
In Italia le imprese 'micro', 'piccole', e molte delle 'medie' "pagano" il problema delle dimensioni: inoltre molte non hanno sviluppato un sistema evoluto (se non affidabile) di governance, e non hanno un proprio modello di management, quindi sono legate ancora all'intuito ed all'istinto della proprietà (spesso familiare nelle PMI).
Un'altra conferma della debolezza delle imprese italiane? Proviene da un'analisi di tipo econometrico sui dati delle imprese nazionali comparati con quelli delle altre nazioni appartenenti all'Unione Europea. La grafica presentata sopra illustra proprio la situazione dell'Italia riguardo al riposizionamento continuo verso settori e segmenti di mercato a domanda dinamica. Si tratta di un quadro inequivocabile, che mostra tutta la debolezza delle imprese del Paese nel capire l'evoluzione dei mercati internazionali e nell'intervenire, per tempo, in maniera da riprogrammare la propria produzione di beni e servizi.
E' la miglior testimonianza della debolezza delle imprese nazionali sul fronte del marketing analitico: alla situazione negativa delle aziende sul fronte dell'innovazione tecnologica, si aggiunge la grave incapacità di rapportarsi ai mercati esteri, anche a causa della mancanza di skill adeguati per interpretarne e per sfruttarne le dinamiche evolutive.
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