La ricerca dell'Economist Intelligence Unit sul Web 2.0 e l'attenzione delle grandi imprese, non solo IT
Dalla ricerca condotta da Jeanette Borzo, Contributing Editor presso l'Economist Intelligence Unit, si conosce la crescente consapevolezza sul Web 2.0 da parte delle grandi imprese. Lo studio, intitolato "Serious Business: Web 2.0 Goes Corporate" (How Web 2.0 tools and trends are breaking out of the IT industry), si é basato su una survey quantitativa che ha richiesto la collaborazione di circa 400 senior executive. In media le imprese che hanno collaborato alla raccolta dei dati producono un fatturato superiore al miliardo di dollari statunitensi; il 40% circa sono aziende USA, il resto é diviso abbastanza equamente da aziende europee ed asiatiche.
Le evidenze della ricerca: gli executive conoscono il 'fenomeno' Web 2.0, ma non sempre hanno compreso in cosa consista e quali siano le potenzialità dell'applicazione di nuovi strumenti internet nei processi di advertising e di contatto con il cliente (pre-post vendita). Vedono il web "collaborativo" come una nuova via per abbattere alcuni costi (interni ed esterni), e per generare nuove revenue. Credono che l'impatto del Web 2.0 avrà conseguenze positive per l'intera impresa. Più di un terzo degli intervistati é realmente consapevole delle capacità del Web 2.0, descrivendone la potenzialità come la combinazione di un trio "dirompente":
- contenuti prodotti direttamente dai consumatori (consumer-generated content),
- rete come ambiente pienamente collaborativo (collaboration),
- rete come opportunità di socializzazione, di scambio di idee, luogo per lo sviluppo di riflessioni (social networking).
La conoscenza del Web 2.0 é espressa maggiormente dagli intervistati che appartengono al Corporate Board, che dirigono le funzioni Marketing, Sales, IT e di innovazione strategica, che lavorano per imprese dei settori Media, Publishing, IT, Telco, Entertainment, infine in imprese localizzate negli Stati Uniti ed in Germania.
Chi conosce meno, in azienda, il Web 2.0? sono i middle manager, i professional delle aree Finance, Human Resources, Logistica, Legale, nonchè una disceta parte degli intervistati che lavora per aziende manifatturiere, energetiche, chimiche, governative (public sector).
Gli early adopter usano del Web 2.0: Mash-Up, comunità on-line, Rss, blog, wiki.
La consapevolezza che le tecnologie on-line possano produrre miglioramenti anche nel business model e nella capacità di interagire con l'intero ambiente é diffusa, ma non sempre le imprese si attivano per cogliere le opportunità che il progresso ICT fornisce. Ad ogni modo, é estremamente positivo sapere che i risultati della survey hanno fotografato un mondo in corso di trasformazione, se pensiamo che le grandi imprese si sono lasciata "catturare"; la questione in Italia appare abbastanza diversa, anzi lontana dal quadro rappresentato dalla survey EIU. Il problema del ritardo delle imprese nazionali é solo in parte interpretabile con l'argomento PMI: in realtà le imprese italiane, anche quelle medio-grandi, non hanno ancora colto i significati dell'innovazione business grazie all'adozione delle nuove applicazioni di contatto real-time, e vedono il progresso IT come una leva finalizzata alle vendite.
La mancanza di visione d'insieme, quella sorta di miopia combinata talvolta con presunzione/ignoranza aziendale, é e purtroppo resta il limite #1 delle imprese italiane.
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