Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Saturday, February 26, 2011

Segnalazione libro > "Intelligence economica. Il ciclo dell'informazione nell'era della globalizzazione"



Segnalo la presentazione del libro sull'Intelligence Economica del Prof. Paolo Savona e del Gen. Carlo Jean, che avverrà nel corso di un incontro in programma a Roma nel prossimo mese di marzo.

Negli ultimi anni sembrano essere in aumento i casi di spionaggio industriale, e questi episodi possono intaccare la competitività non solo delle aziende coinvolte, come danneggiate, ma dei loro Paesi nel momento in cui queste fossero strategiche per la realizzazione di infrastrutture e servizi di sicurezza nazionale e protagoniste di iniziative di innovazione tecnologica.

Sulla rete è possibile leggere una ottima e breve nota dell'analista Germana Tappero Merlo, che inquadra in poche battute lo scenario delle nuove forme di intelligence nelle dinamiche geo-politiche internazionali:

http://www.gtmglobaltrends.de/1/una_nuova_intelligence_fra_globalizzazione_economica_e_infowar_5599895.html

Un passaggio importante: certamente le informazioni consentono a gruppi industriali ed a Paesi di poter costruire e gestire la propria leadership, e altrettanto certamente in questo periodo la questione Wikileaks dimostra quanto sia delicato proteggere particolari informazioni (o comunque notizie), ma pur in presenza di una società sempre più digitale sembrano crescere più le insidie che le certezze. Infatti, se è vero che sono aumentate le fonti di informazione e la quantità dei dati, non si può affermare che le numerose informazioni siano qualitativamente interessanti ed attendibili: "se è vero, quindi, che l’informazione è sempre stata una fonte di potere, al giorno d’oggi, con la gran massa di notizie a disposizione, non può che diventare fonte di gran confusione. Ciò può avere i suoi risvolti pericolosi e drammatici, come hanno dimostrato l’11 settembre o i crolli di Borsa, o in apparenza banali ma decisamente fuorvianti, come ha dimostrato l’affare wikileaks. La colpa di tutto ciò non risiede tanto nel fatto che, negli ultimi due decenni, siano stati favoriti i sistemi ad alta tecnologia rispetto a quelli più tradizionali nella raccolta delle informazioni, quanto – e si tratta di un livello più delicato e sofisticato – non vi siano parametri adeguati per l’interpretazione della grande quantità di informazioni a disposizione. In pratica, sono stati raffinati i sistemi di raccolta, a vantaggio di una maggior quantità di materiale informativo a disposizione, a tutto svantaggio, però, della qualità dello stesso.
Tutto ciò ha favorito un innalzamento della conflittualità fra gli attori internazionali, come ha dimostrato l’affare wikileaks, e che possiamo definire, prendendo a prestito la terminologia militare, una knowledge warfare. La posta in gioco è elevata: si tratta del dominio dell’informazione politica, economica, finanziaria ed industriale che vede aumentare il suo valore in momenti come quello attuale, caratterizzato da recessioni economiche e da crisi finanziarie, nonché da instabilità politica diffusa.
Sta ai singoli attori gestire l’acquisizione e l’interpretazione delle informazioni, che nel frattempo sono diventate conoscenza diffusa, attraverso parametri di eticità comportamentale che limitino i rischi di una degenerazione dello scontro, tipico dell’ infowar
".

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