Marketing Intelligence

Il processo informativo di Intelligence a supporto delle ricerche di marketing, applicato principalmente per conoscere la composizione e le dinamiche di un particolare mercato ed il livello di competitività delle società leader

Sunday, March 30, 2008

Intervista a Claudio Honegger, per presentare il Marketing Forum 2008 (Milano)


L’edizione 2008 del Marketing Forum si terrà a Milano, presso il Superstudio Più, dal 27 al 30 maggio. Marketing Forum - in Italia organizzato dalla Richmond - è un meeting annuale che vuole far incontrare i direttori marketing-comunicazione delle principali imprese con le agenzie di servizi specializzate in comunicazione. Nel corso dell’evento sono previsti workshop e seminari, che consentiranno ai partecipanti di conoscere i temi di maggior attualità e discutere sulle possibili innovazioni di marketing.

Intervistiamo Claudio Honegger - amministratore unico di Richmond Italia - per presentare il Marketing Forum 2008 ed anticipare alcune notizie. La società Richmond Italia nasce nel 1994 dall'esperienza della Richmond Events Ltd. e della Honegger Promotion, società leader nell'organizzazione di eventi e fiere a livello internazionale.

- L'edizione del 2008 sarà la tredicesima per il 'marketing forum': quali sono le principali novità? ci sono dei cambiamenti nella formula organizzativa?

“Il format del Marketing Forum resta uguale, variano i contenuti, e si amplierà il network. La novità dell’edizione 2008 sarà la location, in quanto ci spostiamo da una sede istituzionale come Palazzo Mezzanotte, sede storica della Borsa Italiana, ad una sede “di tendenza” come il SuperStudio Più in zona Tortona, un nuovo simbolo della Milano che vuole comunicare la propria identità innovatrice. Dopo 11 edizioni “in nave”, nel rispetto dell’originale idea della società inglese Richmond, che da anni organizza gli annual del Marketing Forum sulle navi da crociera, la scorsa edizione (2007) ha “interrotto” la tradizione, trovando ugualmente interesse e partecipazione nella comunità dei marketer. Con il Marketing Forum abbiamo consolidato un modello di “conferenza operativa”, specifica nel settore e continuamente innovativa, per far conoscere e cooperare i direttori marketing delle aziende con i maggiori player dell'advertising, della comunicazione e del marketing. Per il coordinamento dei diversi appuntamenti che animano il Marketing Forum ci avvaliamo di un sistema software ottimale di organizzazione di agende, per programmare appunto il sistema degli incontri tra delegates e exhibitors”.

- Ci può spiegare meglio la formula?

“Certo, volentieri. Richmond Italia con la sua struttura e la sua esperienza “programma” nel corso dei lavori del Marketing Forum numerose conferenze, tenute da importanti relatori, per aggiornare i partecipanti sulle evoluzioni dei mercati ed informarli sulle possibili iniziative innovative. Oltre alle conferenze, che sono il momento centrale della manifestazione, hanno luogo contemporaneamente numerosi meeting programmati tra i rappresentanti delle aziende partecipanti e le agenzie di marketing e comunicazione. Gli obiettivi del Marketing Forum sono sempre quello di fare formazione e di far incontrare la domanda e l’offerta. Nel Forum 2008 ci sarà anche il Digital Marketing Forum, uno spazio dedicato alle nuove tecnologie ed ai servizi sulle piattaforme digitali di marketing digitale come la pubblicità on-line, il canale mobile, il posizionamento dei siti nei motori di ricerca, l'IP-TV. Per testimoniare l’importanza strategica del marketing digitale, saranno presentate alcune recenti case history, e discussi i dati di investimento e soprattutto i ritorni economici, a dimostrazione insomma della concretezza delle nuove piattaforme e dell’apertura delle società di comunicazione”.

- Quanti sono, nel corso della manifestazione, i partecipanti?

“Circa 450, la maggior parte hanno già preso parte ad alcune delle edizioni precedenti, a dimostrazione che il Marketing Forum interessa e riesce a fornire valore a chi interviene e partecipa ai lavori. Inoltre ci sono anche le condizioni per lo sviluppo del business, in quanto offriamo uno spazio unico per far incontrare i direttori marketing con gli specialisti, ed in questi meeting spesso nascono nuove idee e si possono creare le condizioni migliori per creare nuovi servizi e far nascere nuove relazioni, anche tra le aziende intervenute”.

- Quale sarà il tema principale del Marketing Forum 2008?

“L’edizione di quest’anno si focalizzerà sulla discontinuità. Molte volte le imprese cercano di trovare un corretto equilibrio, di indirizzare il loro sistema produttivo e distributivo verso situazioni consolidate, quasi certe. Ma nei periodi di crisi, ed in presenza di forti trasformazioni dell’economia mondiale, le imprese sono chiamate, se non proprio obbligate, a cambiare la propria visione o almeno il proprio atteggiamento abituale. Trovo addirittura urgente che l’edizione 2008 del Marketing forum intenda riflettere su come sia possibile, per le imprese, mantenere la propria identità ed essere innovativi, anche a fronte di mutamenti fondamentali. Ci si inizia a domandare come sarà il futuro, e si guarda poco al cambiamento “programmato” come unico modo per dare continuità al successo di un'impresa. Lo scorso anno avevamo suggerito il tema del re-design, ora quello della discontinuità: cerchiamo di trovare un riflesso del mondo nelle tematiche scelte, e reset vuol dire azzerare, quindi vogliamo stimolare i partecipanti ad interrogarsi ed a trovare nel corso del Marketing Forum le risposte strategiche ed operative al binomio react + redesign”.

- Leggendo una breve presentazione del 'marketing forum', si capisce che vuole essere un evento di formazione professionale, un riferimento per i marketer che vogliono misurarsi con le tendenze: come selezionate gli argomenti da dibattere, ogni anno? quanto contano le opinioni dei partecipanti?

“L’organizzazione del Marketing Forum richiede un’osservazione continua dell’ambiente, quindi leggiamo molto quanto viene riportato ‘in letteratura’, e ci basiamo sui pareri e sulle richieste che ci vengono spesso comunicate dai marketer e dagli specialisti che abbiamo incontrato e conosciuto nelle precedenti edizioni. E’ un valore questa collaborazione che si sviluppa, anno dopo anno, tra noi e la comunità di riferimento, popolata da un pubblico altamente qualificato, come i direttori marketing e comunicazione, e gli specialisti della consulenza. Sono loro che possono suggerirci alcune idee, chiederci di affrontare alcune problematiche lavorative. Di conseguenza per chi organizza l’agenda dei lavori del Forum, può risultare molto utile sapere, dagli specialisti e dai responsabili marketing e comunicazione, le problematiche di mercato, di ruolo, della persona”.
Per informazioni:
Marketing Forum 2008
Milano, dal 27 al 30 maggio
Via Tortona, 27
Superstudio può essere definita una fabbrica dell’immagine, le sue architetture industriali sono un richiamo esplicito alla capacità che ha avuto Milano di reinventarsi come polo di produzione per la comunicazione, il design e l’economia dell’immaginario

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Tuesday, March 11, 2008

Libro > "Molto management per nulla"


Le imprese stanno vivendo, in generale, un periodo di crisi, acuito dalla crescente concorrenza. E' in periodi così che serve un clima aziendale positivo, per agevolare la risposta di tutte le risorse umane, di ciascun dipendente e collaboratore. Spesso una strategia di marketing, come un piano industriale, richiede il miglior impiego di ogni risorsa umana, e necessita di motivazioni e disponibilità piene. Spesso l'integrazione tra gli obiettivi individuali e quelli organizzativi consente all'impresa di recuperare quella componente "umana" indispensabile per diffondere uno spirito di vero rinnovamento. Un'azienda che rispetta e valorizza tutte le proprie risorse umane, può differenziarsi indubbiamente dai concorrenti ed acquisire un vantaggio competitivo, che può essere reso sostenibile anche nel medio-lungo termine. L’azienda può certamente ritrovare una sua “anima” anche in un periodo di crisi o di particolare "impegno", riscoprendo l’importanza della collaborazione interna, e promuovendo un business welfare.

Può essere il teatro la palestra "ideale" per curare e migliorare le relazioni umane? Secondo Amalia Vetromile, autrice del libro "Molto management per nulla", sicuramente si. Nel suo libro, molto bello e carico di quell'entusiasmo che di certo ha avuto la scrittrice nel concepire e sviluppare l'opera, si pone nel giusto risalto l’importanza delle risorse umane nelle sfide della competitività. Sono illustrate scene di "vita aziendale", ed emerge dalla lettura del libro <il gusto del lavoro collettivo, a differenza della normale competizione che si ha tra attori in scena>.

Il teatro diventa una metafora del clima aziendale, ma contemporaneamente rappresenta anche una chiave di risoluzione dei conflitti interni: proprio dalla partecipazione ad un breve percorso di "introduzione" alla recitazione teatrale, i personaggi del libro superano alcune situazioni di imbarazzo, quasi di diffidenza, che li teneva spesso distanti. Secondo Amalia Vetromile, il teatro consente di organizzare il lavoro, ponendo il gruppo in evidenza sui singoli: è proprio lo “spirito di teamwork” che permette ai partecipanti di arrivare all’obiettivo comune. Il segreto nel teatro è presentato con un nome preciso: “il collettivo artistico”.

L'autrice spiega, nella parte introduttiva della sua opera, che il libro vuole proporre al lettore un significativo “flash di vita personale, di teatro, di vita aziendale”, comunicando la propria volontà di congiungere la passione per l’arte con l’impegno professionale, svolto da alcuni anni in una importante impresa nazionale del settore ICT. Il libro é emozionante, permette di immaginare i colleghi di una società che sono quasi catapultati in un imprevedibile corso di business theatre, e che piano piano si liberano delle proprie paure per arrivare a vivere un nuovo spirito di gruppo. Emerge di conseguenza <il gusto del lavoro collettivo, a differenza della normale competizione che si ha tra attori in scena>. E la valorizzazione delle risorse avviene grazie alla disponibilità del gruppo: si tratta del cosiddetto “principio dell’organizzazione accogliente”.

Nel libro sarà piacevole scoprire cosa accadrà in un gruppo di colleghi coinvolti in un esercizio che, probabilmente, sarebbe utile proporre in qualsiasi impresa. Grazie al teatro inteso come palestra ideale per le emozioni personali e le relazioni umane, un'azienda può quasi ritrovare una sua “anima”, riscoprendo l’importanza della collaborazione, un "business welfare".

“Ogni persona è dentro di sé un caleidoscopio di potenzialità”.

Molto management per nulla
L’azienda come scena teatrale
Ed. Guerini&Associati, Collana Virus. 2007
http://www.amaliavetromile.it/

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Sunday, March 09, 2008

La rivoluzione digitale ha cambiato la società. Internet é una risorsa indispensabile. Una ricchezza per il business. Fino a quando?


All'inizio degli anni 2000 poteva sembrare una decisa esagerazione. I giornali ne parlavano, ovviamente sulle edizioni cartacee. I telegiornali ne parlavano meno, con una certa attenzione agli aspetti scientifici. In tv qualche comico ci scherzava sopra, con ironia ed intelligenza. Oggi é una realtà, é presente nel quotidiano di molti di noi, non ancora alla portata di tutti. Il successo della rete internet é divenuto tale proprio quando é diminuito il clamore che ne ha accompagnato il continuo cammino evolutivo: da piattaforma ICT ad ambiente sociale e professionale abituale, un riferimento semplice.

Sempre nei primi anni 2000 alcuni annunciavano i marketplace, i sistemi BtoB, le soluzioni eCommerce. Era nata la NET ECONOMY. Oggi gli acquisti digitali e l'utilizzo degli strumenti di monetica per eseguire le transazioni commerciali sono una realtà accettata, anche grazie alla diminuzione delle barriere culturali che per un certo periodo di tempo hanno rallentato il successo dei sistemi B2C.

La rete é accettata, meno "segreta", più facile. La gente si é abituata al suo uso, sono in aumento i cittadini digitali (coloro che fin dalla prima educazione ne apprezzano i servizi di ricerca informativa), ed in aumento quelli che la conoscono al punto da valorizzarne le caratteristiche per migliorare la propria attività lavorativa/professionale.

Ma alcune previsioni parlano di una rete divenuta enormemente grande, complessa, a causa della continua crescita dei dati. Leggendo un articolo di Alessandra Carboni - pubblicato sul Corriere della Sera il 20 novembre 2007 - si comprende quanto si sia sviluppata la piattaforma internet.

"Una ricerca condotta dagli studiosi del Nemertes Research Group rivela che da qui a due anni internet potrebbe non riuscire più a sopportare il peso dei nostri movimenti in rete e collassare tragicamente. Il motivo? L'incapacità delle attuali reti di reggere il traffico dati generato sia da parte degli utenti privati che dalle aziende. In particolare, gli analisti prevedono che la responsabilità della paralisi sarà imputabile principalmente ai contenuti web che appesantiscono le connessioni, come video streaming interattivi e trasferimenti di file in modalità peer-to-peer".

Il marketing deve essere grato alla rete, perchè alcune nuove competenze degli specialisti di marketing sono dovute proprio alla notevole disponibilità di informazioni immesse nella rete dai consumatori. E queste informazioni consentono ai marketer di poter integrare la marketing intelligence con l'analisi dei consumatori (consumer insight). Anche i product manager debbono "ringraziare" la rivoluzione digitale, spesso infatti possono conoscere le idee (anche critiche) dei consumatori, e possono migliorare i prodotti commercializzati. Ed i manager della funzione di competitive intelligence dispongono, grazie alla rete, di interessanti dati sulle società concorrenti, informazioni che possono essere aggregate grazie alle tecniche di opensource intelligence.

Il business dipende dalla rete. Se negli anni 2000, anche negli Usa, molte SME non avevano compreso il valore della rete, ed erano lontane dal valorizzarne alcuni servizi nei propri processi produttivi, marketing, commerciali, oggi la realtà é ben diversa. Al punto che numerose imprese sono "agganciate" alla rete.

In pochi anni una rivoluzione si è completata. Oggi quei caratteri rivoluzionari sono scomparsi, perchè presenti fluidamente nella quotidianità, o semplicemente "incapsulati" nei processi di internazionalizzazione più noti come "globalizzazione". Nel 2010 Internet dovrà, forse, superare la sua prima prova di maturità. E, con lei, l'economia della rete.

Nemertes Research Group > http://www.nemertes.com/

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Conferenza sull'IPTV Advertising "Making Money from Online TV"


L'IPTV Advertising é stato discusso lo scorso mese di novembre in una conferenza intitolata "Making Money from Online TV". E' probabile che, per i prossimi 2 o 3 anni, i pubblicitari ed i media strategist consiglino alle grandi aziende di investire ancora nella televisione "classica", ma ritengo che quelli più lungimiranti stiano proponendo una strategia advertising mix: per poter comunicare con una società sempre più frammentata, dove esistono segmenti sempre più complessi, un'azienda deve programmare una campagna pubblicitaria capace di comunicare utilizzando diversi media.

Esistono infatti consumatori che sono informati dai tradizionali canali, come la televisione e la radio, oppure i quotidiani/magazine; quelli che si aggiornano consultando la rete internet; quelli che abilmente "interrogano" la rete e confrontano, naturalmente, le diverse piattaforme, allo scopo di valutare le migliori fonti e poter sviluppare la conoscenza più adeguata.

Nel convegno sull'IPTV, tenutosi a Londra, gli esperti hanno discusso argomenti come:
- le innovazioni raggiunte nella televisione via ip,
- i nuovi modelli di business, a favore dei broadcaster e dei produttori di contenuti,
- i "nuovi consumatori" nella "new era of viewer experience".

L'intervento di David Yorath, chairman del convegno, dal titolo "Advertising is still effective - Now more than ever", é particolarmente stimolante per i seguenti aspetti:
- "TV advertising enables the advertiser to deliver their service proposition in a creative and engaging manner. Unfortunately, most TV advertising has low relevance to the majority of viewers and customers are seldom searching for the client’s products and services at the time they see the advert". La pubblicità comunicata con la televisione perde di efficacia, e non può definire i contenuti per precise categorie di clienti, cioè é costretta a generalizzare;
- "IPTV advertising is not about mass communication over the internet it is about making advertisements more relevant to viewers. In this way advertising inventory becomes more valuable and the return on investment is much higher for the advertisers". I pubblicitari possono sviluppare nuove campagne sulla TV ip, dialogando proficuamente con i consumatori "interattivi".

Secondo David Yorath "IPTV advertising provides contextually relevant TV advertising platforms linking you directly to your audience on the internet. It offers the potential to reduce advertising cost while the viewer experience becomes more personalized and well received".

Le presentazioni sono disponibili sul web.

Rapid TV Conferences > http://www.rapidtvconferences.com/

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La TV del futuro sarà "scelta" dagli spettatori, sempre più in grado di decidere cosa vedere. Come si adeguerà la pubblicità?

Spesso nella rete si possono leggere interessanti opinioni sulla TV via web, sulla convergenza dei sistemi di trasmissione attraverso il protocollo ip. Sebbene la televisione analogica terrestre resti il canale di diffusione principale, negli ultimi anni i sistemi di trasmissione digitale sono cresciuti di contenuti e di utenti (e di pubblicità), in attesa del successo della ipTV (delivery di contenuti direttamente verso il consumatore "digitale").

Dopo il web interattivo, sarà la nuova TV la vera rivoluzione: questo cambiamento sancirà anche il maggior controllo dell'utente, in grado di "decidere" cosa vedere, e quando, e di interagire. In un periodo particolare per il marketing, dove gli esperti devono rivedere i paradigmi consueti per raggiungere target sempre più individuali e meno facilmente classificabili in precisi gruppi, la televisione del futuro si pone come strumento di direct marketing più pervasivo ma al tempo stesso più difficilmente governabile.

I consumatori di contenuti digitali sono sempre più esigenti, quindi chiedono una maggior qualità nei programmi a cui assistono, ed anche più tecnologicamente preparati, cioè più capaci di dominare gli strumenti di diffusione e conseguentemente più forti nel decidere come "schermarsi" dalla pubblicità. Ad oggi nelle trasmissioni televisive consuete, é fatto ordinario che lo spettatore subisca le interruzioni pubblicitarie. Quasi non può sottrarsi alle regole dei pubblicitari, si é un pò tutti costretti ad assistere - attentamente o distrattamente - ai numerosi promo.

Come cambierà la pubblicità in TV, nei prossimi anni? Se gli stessi produttori di contenuti potranno vendere film o documentari in un modo più diretto, e potranno personalizzare la commercializzazione della loro offerta, come si organizzeranno i pubblicitari? l'advertising sarà in grado di sfruttare la tecnologia, costruendo le campagne pubblicitarie per comunicare nella forma migliore a tutti i differenti segmenti?

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Saturday, March 08, 2008

Le comunità web, ovvero il social networking, generano ritorni economici?

Segnalo un interessante articolo di Dan McLean - pubblicato sul numero del 7 marzo 2008 del magazine 'ComputerWorld Canada' - sui possibili ritorni economici del cosiddetto "web 2.0", ovvero delle comunità online: "Web 2.0 – it may be social, but is it profitable?".

L'autore si interroga non tanto sulle ragioni sociali che possono spiegare il fenomeno della rete, e dell'intensificarsi delle relazioni e dello scambio di informazioni, idee, pensieri, consigli, quanto sui possibili investimenti operati nel web 2.0 e su come si possono monetizzare questi milioni di contatti digitali. La domanda in sostanza é: "come lucrare sui contatti nel web 'aperto a tutti'?".

"Web 2.0 and social networking is drawing a lot of eyeballs and visitors, but is it likewise generating dollars?"


Fonte web: http://www.itworldcanada.com/
Editore: http://www.computerworld.com/

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Thursday, March 06, 2008

Nel turismo, l'Italia si aggrappa all'heritage culturale, ma quando avremo risposte reali dalla politica nazionale?


L'Italia prosegue la propria retrocessione nel mercato internazionale del turismo. Purtroppo, stando alla classifica WEF riportata nel rapporto sul turismo 2008, gli indicatori di competitività dell'offerta italiana di turismo segnalano l'ulteriore indebolimento del Paese. Il giorno dopo, in assenza di polemiche, ed addirittura in assenza di segnali da parte dei soggetti politici coinvolti nella campagna elettorale, cerchiamo di dedicare una minima attenzione sui criteri adottati dagli esperti WEF per misurare la competitività degli stati monitorati.

Il ranking ha tenuto conto dei seguenti macro-parametri:
1. Policy rules and regulations
2. Environmental sustainability
3. Safety and security
4. Health and hygiene
5. Prioritization of Travel & Tourism
6. Air transport infrastructure
7. Ground transport infrastructure
8. Tourism infrastructure
9. ICT infrastructure
10. Price competitiveness in the T&T industry
11. Human resources
12. Affinity for Travel & Tourism
13. Natural resources
14. Cultural resources.
Le categorie con cui sono aggregati gli indicatori sono:

(1) T&T regulatory framework,
(2) T&T business environment and infrastructure,
(3) T&T human, cultural, and natural resources.


La difesa della competitività del turismo nazionale si fonda, nella realtà, sulla terza, ovvero quella che aggrega le risorse naturali e storiche: é il patrimonio secolare che difende il turismo in Italia, mancando un impegno condiviso da parte della politica e scendendo la fiducia degli operatori, anche di quelli nazionali.
Dove é stata riscontrata la debolezza maggiore? Secondo la ricerca 2008:

"The government is not seen to be prioritizing the sector (ranked 97th). In addition, ground transport infrastructure requires upgrading, and there are some safety and security concerns in the country (81st)".

L'Italia dovrebbe assumersi la responsabilità di non aver dedicato una piena attenzione al rilancio del settore turistico: vedendo i parametri di riferimento, il Paese é praticamente subordinato al mantenimento del valore del proprio patrimonio artistico e culturale, in assenza di un coordinamento nazionale che intenda unificare lo sviluppo delle infrastrutture, il potenziamento delle risorse pubbliche e private, gli sforzi di marketing per promuovere una netta discontinuità in grado di attrarre anche gli investitori esteri.
Infine, sarebbe utile disporre di un sistema di rilevazione nazionale dei dati turistici riguardanti i trend della domanda ed i livelli qualitativi dell'offerta. Potrebbe risultare vantaggioso anche un "censimento" delle risorse turistiche, individuando un design nuovo con cui poter individuare le tipologie di strutture e valutarne l'attrattività e la rispondenza alle esigenze di un turismo più evoluto, esigente e responsabile.
La classe politica si deve impegnare ad arrestare il declino del Paese, non deve sottovalutare il turismo ed il settore dei trasporti interni, non si può perdere altro tempo: le conseguenze sarebbero così gravi da segnare, in 3/5 anni, un arretramento difficilmente recuperabile in pochi anni. Il turismo richiede risposte, ed il Paese dovrebbe promuovere una collaborazione anche internazionale, e non puntare su una pericolosa approssimazione e sulla presunzione che il Paese dispone di un ricco patrimonio artistico. Anche le bellezze italiane debbono essere meglio valorizzate, e non possono essere l'unica leva su cui far affidamento per la tenuta competitiva del Paese in uno scenario turistico internazionale.

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Wednesday, March 05, 2008

Il WEF attesta, nel suo Tourism Competitiveness Report 2008, la debolezza dell'Italia: quando si affermerà la forte volontà di recuperare il turismo?

E' stato presentato il Travel & Tourism Competitiveness Report 2008 del World Economic Forum. L'Italia rimane indietro nella classifica, e riesce a mantenere una posizione degna del Paese grazie alla sua storia, cioè grazie alle sue bellezze culturali. Purtroppo l'industria del Paese non é considerata veramente come tale, spesso anche nella recente campagna elettorale viene trascurato il settore del turismo, a dimostrazione della miopia della politica, presa da dibattiti tanto più spettacolari quanto meno aderenti alla realtà nazionale. Il turismo dovrebbe essere valorizzato, in quanto risorsa nazionale fondamentale. Nei programmi politici il turismo dovrebbe essere incentivato, e lo Stato si dovrebbe attivare per incrementare le infrastrutture. L'Italia appartiene a quella Comunità Europea proiettata a rispettare il protocollo di Lisbona, ma sembra dimenticare il proprio patrimonio storico-culturale, quasi trascurare le tante bellezze e la migliore industrializzazione del turismo, per vedere la classe politica presa da discorsi - più o meno accesi - sulle difficoltà del Paese. Perchè non si sente parlare di utilizzo - deciso e decisivo -delle risorse finanziarie per la miglior dotazione delle infrastrutture, finalizzando l'innovazione al potenziamento del turismo?

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Tuesday, March 04, 2008

Il Gran Premio Marketing e Innovazione: un'iniziativa che coinvolge i consumatori, chiamandoli ad esprimere la loro preferenza, e consolida i brand


Il parere dei consumatori aumenta sempre più di importanza, e non solo grazie alla tecnologia ed alla rete, ma attraverso una brillante iniziativa che in Italia é giunta alla terza edizione (2006,2007,2008): il 'Gran Premio Marketing e Innovazione'. Il progetto nasce in Italia di recente, probabilmente per sostenere i marchi, e certamente per favorire uno scambio di idee tra le imprese produttrici di beni di largo consumo ed i consumatori. In Francia questo 'new product contest' di marketing esiste da circa venti anni, quindi si può sostenere che da molto tempo, all'estero, le imprese dedicano la giusta attenzione ai consumatori: per farli partecipare ai processi di miglioramento dei loro prodotti, e coinvolgerli nel proporre nuove idee e nel comunicare possibili esigenze non soddisfatte, e che probabilmente correrebbero il rischio di rimanere "nascoste" alle aziende. <Cosa é prodotto dell'anno? un prodotto votato dai consumatori, e reso riconoscibile da un logo particolare, con cui si possono rendere facilmente ed immediatamente identificabile un prodotto>. L'iniziativa certamente coinvolge i consumatori, ma nel concreto produce vantaggi particolari alle imprese produttrici ed alla grande distribuzione organizzata, che é appunto leader nel collocare sul mercato i prodotti di più largo consumo. Infatti <il Logo di Prodotto dell’Anno permette ai consumatori di riconoscere velocemente i nuovi prodotti e li aiuta nella scelta dell'offerta proposta dalla grande distribuzione.Questo porta ad importanti aumenti nelle vendite dei prodotti vincitori che utilizzano il Logo "Eletto Prodotto dell'Anno">.

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Innovazione e strategia di Lisbona: l'Inno-barometro in Italia é poco utilizzato


La Strategia di Lisbona e la competitività dell'Unione Europea: leggendo l'ultima edizione dell'European Innovation Scoreboard si comprende quanto sia debole la posizione dell'Italia, ed in prospettiva come possa crescere il divario che la separa dai Paesi Top. Il fatto preoccupante però non è tanto la leadership di nazioni eccellenti nell'innovazione, come la Gran Bretagna ed i Paesi del Nord-Europa, quanto la rapidità con cui procedono alcune giovani realtà comunitarie, a partire dalla Lituania, dalla Repubblica Ceca, dall'Estonia.
Leggere il documento - di esattamente cinque anni fa - che intendeva promuovere la competitività delle imprese e la crescita dell'economia europea, mi porta a credere che l'Italia sconti più le proprie colpe, che l'accresciuta concorrenza estera. Purtroppo in Italia l'innovazione non sempre riesce a concretizzarsi, anche se ci sono testimonianze di eccellenza che lasciano ben sperare (si possono consultare alcuni report pubblicati sul sito del Cefriel).
Leggeremo o sentiremo, nella campagna elettorale, dell'inno-barometro?

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Il 'Sistema Italia' e la competitività: idee innovative e proprietà intellettuale nelle imprese

Il nostro Paese é poco "innovativo", in generale. L'Italia é molto indietro rispetto ai seguenti stati UE: Regno Unito, Svezia, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Germania. E si trova in una posizione inferiore verso altre nazioni UE: Olanda, Irlanda, Austria, Francia, Belgio, Lussemburgo, Islanda. Se si parla di innovazione, l'Italia è molto indietro rispetto a Giappone, Canada e Stati Uniti. Questa situazione di "arretratezza" é confermata dai risultati di una ricerca commissionata dalla Comunità Europea, esattamente dalla Direzione Generale Impresa.

La ricerca ha considerato come criteri di classificazione i fattori di guida dell'innovazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo, le misure che favoriscono le innovazioni delle imprese, l'implementazione delle forme di innovazione ed i livelli di successo raggiunti, infine i diritti di proprieta' intellettuale.

L'Italia e' inserita dagli analisti di Bruxelles nel gruppo degli "innovatori moderati" insieme con Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Cipro. Se la Spagna continuerà la sua crescita economica, con una politica di investimenti in ricerca e formazione, infrastrutture, miglioramento dei trasporti, e tra qualche anno "staccherà" l'Italia nella lista delle nazioni a "moderata innovazione", il nostro Paese correrà seriamente il rischio di trovarsi molto vicino agli stati ex-convergenti, una situazione del tutto inaccettabile ed ingiustificabile.

Innovazione, competitività, ricerca, formazione, conoscenza: sono tra i vocaboli più utilizzati dai politici, specialmente in questo periodo di campagna elettorale. Ma i consensi non possono essere "strappati" con slogan facili e ripetuti, serve una reale visione ed un concreto impegno di tutta l'Italia per poter ripartire, dopo una situazione di stasi che perdura da circa 10 anni.

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Monday, March 03, 2008

I dati 'Fortune 500' sui corporate blog: un servizio di assistenza alla clientela ancora poco diffuso


Il corporate blog é un tool di marketing, e permette alle imprese di integrare il canale web ai contact centre ed ai customer service, anzi forse consente al consumatore di avere "maggiore voce in capitolo", perchè diventa co-protagonista della relazione e può dettare i tempi del dialogo, incalzando molto di più l'impresa.

Ma quante sono le imprese che dispongono di un blog 'corporate'? Come è organizzato lo staff di supporto? Quanta fiducia viene riposta dalle imprese in questo servizio di assistenza, da non equivocare come uno dei tanti canali di comunicazione?

Alcuni numeri, recenti, sulle imprese che "credono" nel corporate blog sono pubblicati in una lista denominata "Fortune 500 Business Blogging Wiki". Si tratta di un elenco in cui sono inseriti i blog aziendali attivi, a cura del personale dell'impresa, con la missione di fornire un supporto informativo ed un'assistenza alla clientela riguardante l'offerta di prodotti e servizi (directory of Fortune 500 companies that have business blogs, defined as: active public blogs by company employees about the company and/or its products).

Se il Direct Marketing era nato come iniziativa tecnologica di supporto al marketing operativo, con l'arricchimento delle soluzioni IT in grado di raccogliere ed analizzare i dati sulla clientela e sulle "interazioni" web tra ciascun cliente e l'impresa, ora è un vero "serbatoio" di informazioni: possiamo sostenere che il canale web é indubbiamente uno spazio dove le imprese possono eseguire vere e proprie azioni di customer intelligence, un deciso aiuto alla marketing intelligence (senza comportare costi, a parte ovviamente le spese per l'infrastruttura IT e per lo staff marketing e tecnico-informatico).

Leggendo la classifica, si nota che sono comunque poche le grandi imprese (Fortune 500) dotate di un corporate blog "attivo". Se ad oggi il ritardo riguarda la maggior parte delle large enterprise, quali potranno essere le condizioni delle SME? E quando sarà recuperato il gap?

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Segnalazione del Marketing Research Roundtable, un forum web sulle ricerche di mercato


Segnalo un interessante forum di discussione sulle ricerche di marketing, suddiviso in varie sezioni consente alle persone registrate di intervenire in dibattiti e di pubblicare/commentare alcune notizie riguardanti gli studi quantitativi e qualitativi.

Il forum é raggiungibile al seguente indirizzo web:

http://forum.researchinfo.com/index.php

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Evento > Il WEB marketing con le tecnologie del WEB 2.0 (Assintel)

Il marketing digitale si consolida con l'evoluzione della tecnologia informatica, ed il web - divenuto un sistema collaborativo - cresce in termini di contenuti e servizi. Assintel ha organizzato per il 6 marzo 2008 un convegno sul web marketing e sull'uso dei tool 'web 2.0', l'audience attesa é quella delle piccole e medie imprese, ed una delle finalità dell'evento sarà la presentazione delle tecnologie al servizio della comunicazione aziendale e della gestione delle relazioni con la clientela.

La manifestazione si terrà presso il Palazzo Castiglioni, Sala Commercio, in Corso Venezia.

Per informazioni é possibile visitare il sito Assintel:
http://www.assintel.it/eventi/718.jsp

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Sunday, March 02, 2008

Libro > "La statistica applicata al turismo"

Segnalo un testo che ho letto, con soddisfazione, di recente: "La statistica applicata al turismo - Analisi quantitativa del fenomeno turistico", di Guido Vaccaro, esperto di analisi quantitativa e consulente dell'Eurostat, l'ufficio di statistica dell'Unione Europea. Il libro presenta le principali tecniche statistiche utilizzabili nei rilevamenti dell'industria turistica, per analizzare i trend, misurare e studiare i comportamenti dei clienti, curare ed organizzare le rilevazioni.

La segnalazione del libro é "doverosa" non solo per la completezza dell'opera e per la leggibilità, e per gli esempi e le spiegazioni che accompagnano il lettore alla comprensione di alcuni metodi statistici, ma per "dimostrare" che nel Paese le analisi quantitative ed il supporto della scienza statistica al marketing non sono sconosciute. Troppo spesso sembra che il marketing sia "comunicazione", "pubblicità", "immagine/identità di prodotto", e questa erronea percezione é anche una responsabilità degli specialisti di marketing che non chiariscono l'importanza delle rilevazioni quantitative per la formulazione delle strategie e per la determinazione delle tendenze.

Tornando al turismo, ed al significato della misurazione statistica, una notizia che spero possa essere presto smentita, o comunque completamente chiarita: secondo un rapporto redatto dagli esperti dell'Eurostat, la Spagna vanta il record europeo di notti trascorse in albergo (con 273 milioni di persone), l'Italia é seconda con 250. Ma il piazzamento dell'Italia al secondo posto è però solo stimato, perchè il nostro è l'unico Paese della Ue che non ha fornito i dati completi!

Avevo letto lo scorso anno un ottimo rapporto che spiegava quali fossero i problemi della rilevazione statistica del settore turistico in Italia, ma credevo che alcuni potessero essere risolti. Speriamo bene per il prossimo futuro.

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L'immagine del turismo italiano: costoso, elitario, disorganizzato. Un rebranding del turismo é sempre più necessario

Il turismo italiano é sempre più minacciato dalla concorrenza dei paesi mediterranei (Spagna, Croazia), e nel prossimo futuro potrebbe risentire dell'accresciuto livello di competitività dell'offerta di alcuni degli stati ex-convergenti. Purtroppo il turismo in Italia paga la mancanza di una programmazione politica nazionale, la frammentarietà ed i troppi localismi, una scarsa collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, una debole presenza di investitori stranieri.
Ma negli ultimi anni l'intensificarsi della concorrenzialità ha prodotto danni superiori, anche per l'indebolimento dell'immagine del Paese e per un uso troppo moderato degli strumenti di comunicazione attuali, a partire proprio dal mondo internet, divenuto una vera e propria rete di contatti così determinante a creare nuove tendenze e ad influenzare opinioni e idee. Anche l'uso "parziale" delle nuove piattaforme di comunicazione, dimostrato dal progetto - ad oggi fallito - del Portale Nazionale del Turismo, sembra condannare la scarsa attenzione del Paese ad una programmazione che deve armonizzare le possibili azioni di innovazione.

Nei prossimi giorni sarà resa pubblica la nuova edizione del rapporto sul turismo preparato dagli esperti del World Economic Forum (Wef). Alcune informazioni recentemente pubblicate da una relazione a cura dell'ufficio statistico della comunità europea, l'Eurostat, annunciano che la crescita del settore turistico é in flessione rispetto al 2006/2007. Si deve sperare che l'industria turistica italiana abbia almeno conservato, nel 2007, la posizione vantata nel ranking precedente.

Anche per "rispondere" alle insidie delle nazioni che, rispetto all'Italia, sembrano essere più organizzate, semplici da visitare, economiche e sicure.

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Il Direct Marketing é "nato" con il progresso ICT. Come crescerà, ancora?

L'affermazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ha sicuramente modificato il marketing. Nel 1996, circa, si iniziò a parlare negli USA di direct marketing riferendosi all'utilizzo della rete internet per far circolare notizie e messaggi promozionali, più vicini di certo agli slogan che al moderno concetto di internet advertising. Con i siti pubblicati dalle imprese intorno al 2000, si trasmettevano informazioni verso la clientela, senza esaminare necessariamente il livello del feedback, cioè senza curarsi di gestire il cosiddetto canale di ritorno (customer feedback), mentre con le applicazioni web concepite a partire dal 2005, circa, si possono programmare delle vere e proprie sessioni di dialogo con il cliente. La personalizzazione dei contenuti, a prescindere dal canale digitale, ha segnato il progresso tecnologico del direct marketing. Ma se l'ICT ha consentito alle aziende di instaurare un vantaggioso rapporto B2C one-to-one, stravolgendo il concetto di mass-market (nel quale non si "riconosceva" il consumatore, ma si generalizzava la clientela con un dettaglio d'insieme definito segmento o cluster, se in possesso di particolari informazioni discriminanti), quale futuro può avere il direct marketing? Come possono essere perfezionati, ulteriormente, i processi di attenzione al cliente?

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